Un verdetto della Cassazione in arrivo; una richiesta di estradizione legata a una misura cautelare, che potrebbe tramutarsi in un’istanza per esecuzione di pena in caso di condanna definitiva da parte della Suprema Corte; e diversi possibili altri scenari che si possono configurare. La vicenda Dell’Utri è un bel rebus anche dal punto di vista giuridico. E “ottenere l’estradizione non sarà una passeggiata”, prevede il penalista Roberto Afeltra.
Dopo la richiesta di rinvio del processo che si dovrebbe tenere domani in Cassazione, presentata dall’avvocato di Marcello Dell’Utri, Massimo Krogh, ricoverato in ospedale, anche il secondo difensore dell’ex senatore presenterà istanza di spostamento dell’udienza. Secondo quanto si apprende, il penalista Giuseppe Di Peri, depositerà un certificato medico che prova la sua impossibilità a partecipare al processo che potrebbe rendere definitiva la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. In presenza di una sola istanza di spostamento il processo si sarebbe potuto celebrare comunque in quanto la discussione poteva essere affidata al secondo difensore. Eventualità ora più difficile visto l’impedimento dell’intero collegio difensivo. La Procura della Cassazione potrebbe anche chiedere un accertamento alle Asl competenti sulla effettività dello stato di malattia dei due difensori di Dell’Utri. Ma questa ipotesi appare molto remota.
Intanto, Marcello Dell’Utri che doveva presentarsi oggi di fronte al magistrato libanese a Beirut per l’udienza preliminare sulla convalida del suo arresto, non è stato convocato. “Tale udienza non è prevista dalla legge”, spiega il procuratore generale della Cassazione, Samir Hammud, sottolineando che Dell’Utri potrebbe rimanere detenuto “fino alla decisione sull’estradizione”. “Fino alla ricezione del dossier con la richiesta di estradizione – ha sottolineato l’alto magistrato – non ho nemmeno l’obbligo di vedere il detenuto per un’udienza”.
“Quando riceverò il file dall’Italia – ha detto Hammud ricordando le norme previste dalla convenzione tra Italia e Libano per l’estradizione – dovrò studiarlo e interrogare Dell’Utri. Successivamente dovrò presentare al ministro della Giustizia una relazione con parere favorevole o contrario alla richiesta. Sarà poi il potere esecutivo a prendere la decisione finale con un provvedimento che dovrà essere firmato dallo stesso ministro della Giustizia, dal primo ministro e dal presidente della Repubblica”. In base alla convenzione bilaterale in vigore, le autorità italiane hanno trenta giorni di tempo per presentare la richiesta formale di estradizione a quelle libanesi con tutti i documenti del caso.
Al Palazzo di Giustizia della capitale libanese erano arrivati funzionari dell’ambasciata italiana e tre funzionari italiani dell’Interpol, mentre Dell’Utri ha passato le 48 ore dopo l’arresto in isolamento presso il comando generale della polizia di Beirut. Chi ha incontrato l’ex senatore sabato mattina, durante la notifica del provvedimento di arresto, ha detto di averlo trovato in buone condizioni. “Non ha mostrato alcuna reazione scomposta e ha detto di essere stato trattato bene”, hanno sottolineato le fonti.
Marcello Dell’Utri ha ricevuto anche la visita della moglie e di uno dei figli nella sezione del Comando della polizia dove è detenuto da sabato. L’ex senatore di Forza Italia, al quale la moglie ha consegnato alcuni libri e farmaci, ha detto di essere “trattato bene” ed è parso di buon umore.
“La Cassazione – spiega l’avvocato Roberto Afeltra – può confermare la sentenza di condanna pronunciata in appello, può annullarla (ipotesi improbabile in questo caso), o può annullarla con rinvio disponendo un altro processo d’appello. Questo è già successo una volta: la Cassazione ha annullato con rinvio riscontrando gravi vuoti di motivazione nella prima sentenza d’appello. Se la Cassazione annulla con rinvio, si tratterà di valutare un nuovo profilo: cioè, se e come tenga il pericolo di fuga che è alla base dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Dell’Utri emessa dalla Corte d’appello di Palermo l’8 aprile”.
“Ma la valutazione di quest’aspetto può avvenire solo dopo l’estradizione, di fronte al Riesame”, spiega Afeltra. “Se l’ex senatore verrà estradato – prosegue Afeltra – tornerà in Italia in regime di custodia cautelare. Nel frattempo sarà stata emessa la sentenza della Cassazione. Gli scenari possibili sono due. Se la Suprema Corte confermerà la condanna, la Procura generale di Palermo potrà emettere un ordine di carcerazione e una volta estradato, per Dell’Utri si apriranno le porte del carcere. Se la Cassazione annullerà con rinvio, per lui il regime di custodia cautelare non decadrà tout court: per vederlo revocato, Dell’Utri dovrà, tramite i propri legali, impugnare l’ordinanza di custodia di fronte al tribunale del Riesame di Palermo, come avviene di regola”.