L’ex pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, Antonio Ingroia, ha tenuto condotte connotate “da oggettiva ed estrema gravità” e un “contegno a volte gravemente irrispettoso verso le istituzioni lo stesso ordine giudiziario”, al punto da aver “determinato un pregiudizio al prestigio dell’ordine giudiziario”. Ma poiché si tratta di “comportamenti estranei all’esercizio delle funzioni giurisdizionali non assumono rilievo” nella valutazione della sua indipendenza, equilibrio e imparzialità.
Con queste parole la Quarta Commissione del Csm fa riferimento a una serie di interviste rilasciate dall’ex pm, come quelle sulla decisione della Consulta sul conflitto di attribuzioni promosso dal capo dello Stato contro la procura di Palermo. La Commissione proporrà quindi al plenum del Csm di promuovere il leader di Azione civile, riconoscendogli per il quadriennio tra il 2007 e il 2011, quando era ancora in magistratura, il conseguimento della sesta valutazione di professionalità.
Un riconoscimento che per Ingroia comporterà benefici sul piano della pensione e del Tfr. Peraltro i comportamenti contestati all’ex magistrato “non possono essere presi in considerazione”, osserva ancora la Commissione con la delibera adottata a maggioranza, visto che sono successivi al quadriennio preso in considerazione, durante il quale Ingroia “ha tenuto un comportamento irreprensibile, svolgendo le funzioni giurisdizionali in maniera equilibrata e credibile”. La decisione del plenum arriverà mercoledì.
La risposta di Ingroia non si è fatta attendere: “Sono convinto di avere fatto bene sia nell’attività istituzionale sia nelle interviste. Il Csm sulla libertà di pensiero e di espressione dei magistrati è indietro di qualche anno, servirebbe un cambio culturale”.
L’ex pm ha poi parlato della eventuale proposta di ingresso nella giunta del governo Crocetta: “Se si fosse concretizzata avrei preso in considerazione la proposta di entrare nella giunta del presidente Crocetta, ma con un ruolo di assessore tecnico istituzionale perché l’attuale maggioranza è un po’ lontana dal mio movimento”.
Sulle polemiche che puntuali esplodono ogni qualvolta il suo nome viene indicato per un qualche ruolo, l’ex pm afferma: “Evidentemente fa paura la mia storia di magistrato che non guarda in faccia a nessuno, compresi i potenti, senza preoccuparsi delle conseguenze e perché dove metto piede volente o nolente la magistratura fa indagini. E’ accaduto in Sicilia e-Servizi e presto succederà a Trapani dove sono commissario della Provincia e – dice – ho scoperto alcune anomalie”.