Erano le 3.32 del sei aprile 2009, quando la scossa più forte di una serie di eventi sismici che in andava avanti da qualche tempo, ma non aveva destato particolare apprensione, distrusse una città e sconvolse un’intera nazione. Sono passati cinque anni dal terremoto dell’Aquila, ma il ricordo resta ancora acceso più che mai, tenuto in vita dai ruderi, ancora pericolanti, del capoluogo abruzzese e dalle 308 lapidi a ricordo delle vittime.
La scossa delle 3.32, di magnitudo 6, ha avuto proprio L’Aquila come epicentro, ma è stata avvertita in tutta l’Italia centrale. Spaventoso il bilancio complessivo: in 308 hanno perso la vita, oltre 1500 persone sono rimaste ferite e molte di queste ne porteranno i segni per sempre. Dieci miliardi di euro l’ammontare stimato dei danni.
Un colpo al cuore dell’Abruzzo e dell’Italia che ha gettato sale su ferite mai sanate, come quelle relative alla sicurezza delle abitazioni, alla speculazione edilizia e alla cementificazione del territorio e che ne ha aperte diverse altre, basti pensare agli scandali relativi agli appalti per la ricostruzione e alle vicende giudiziarie legate all’evento.
Proprio alle 3.32, questa notte, semplici cittadini, familiari delle vittime e autorità, si sono riuniti a L’Aquila, nel centro storico, ancora fantasma, per dare vita a una fiaccolata silenziosa per commemorare le vittime della tragedia. Una processione ordinata che, partita da via XX Settembre, si è raccolta in piazza Duomo, dove sono stati letti i nomi delle persone scomparse quella notte, cinque anni fa.
Fonte foto e video: YouReporter.it