A distanza di quasi un mese non si dirada la coltre di mistero che avvolge la scomparsa del volo MH370, il Boeing malese scomparso mentre volava sull’Oceano Indiano. La nave cinese Haixun 1, una delle tante impegnate nella ricerca dei resti del velivolo, avrebbe intercettato un segnale “potenzialmente compatibile” con quelli emessi dalla scatola nera dell’aereo.
Il segnale è stato captato e monitorizzato per più di un minuto, in pieno Oceano Indiano, a 25 gradi di latitudine Sud e 101 di longitudine Est, ma sulla vicenda vige la massima discrezione. La cautela è infatti d’obbligo dopo le tante vicissitudini che hanno stravolto i familiari dei passeggeri presenti sul volo, che, dopo aver dovuto ascoltare tutte le ipotesi, persino le più fantasiose, in merito alla scomparsa dell’aereo, si sono visti recapitare dalla compagnia malese uno sms che annunciava la morte dei propri cari.
Molte anche le polemiche legate al metodo di ricerca delle unità cinesi, accusate più volte di agire senza la supervisione del centro di coordinamento australiano. Di certo, per ora, c’è che le ricerche dell’MH370 proseguono frenetiche. Si tratta infatti di una vera e propria lotta contro il tempo, visto che le batterie di cui sono dotate le scatole nere del Boeing hanno un’autonomia massima di un mese, dopo di che, non si avranno più segnali che possano indicare la posizione dell’aereo scomparso.