Quattro impiegati dell’ufficio Tributi del Comune di Palermo sono indagati per truffa e millantato credito nell’ambito di un’inchiesta, condotta dalla polizia e coordinata dalla Procura di Palermo, su illeciti nella istruzione di alcune pratiche per la riscossione di Ici, Tarsu e Tares. Gli agenti della polizia hanno passato diverse ore negli uffici di piazza Giulio Cesare: dalle prime ore del mattino gli agenti fotocopiano documenti e pratiche.
I quattro impiegati sono stati portati in Questura per essere interrogati. Si tratta del dirigente del servizio Ici-Tares Cesare Pagano e i dipendenti Gaspare Tantillo (nipote del capogruppo di Fi in Comune Giulio Tantillo), Daniela Ardizzone e Antonino Borsellino. Gli investigatori stanno indagando sulla tracciabilità delle pratiche che sarebbero spesso carenti. Le pratiche sospette finite sotto inchiesta sarebbero 38 e il segretario generale del Comune Fabrizio Dall’Acqua starebbe già disponendo il trasferimento in via cautelare degli indagati.
“Stiamo valutando la possibilità di disporre l’allontanamento dall’ufficio Tributi del funzionario e dei tre dipendenti indagati – ha detto il segretario generale – Eventuali misure disciplinari saranno valutate sulla base della documentazione, che ancora non ci è pervenuta, e che avremo dalla Procura. Non si esclude, qualora ci siano i presupposti, la sospensione cautelare dal servizio”.
Le pratiche finite sotto inchiesta sono quelle relative alla concessione di sgravi sui tributi. I dipendenti indagati si sarebbero offerti di fare risultare i richiedenti – imprenditori, ma anche cittadini – in possesso dei requisiti di legge per ottenere sconti su Ici, Tares e Tarsu.
Dall’inchiesta sarebbero emerse ad esempio valutazioni al ribasso sulla metratura degli immobili sui quali pagare le tasse. La magistratura sta valutando se si è in presenza anche di ipotesi di concussione: se cioè gli indagati abbiano chiesto denaro in cambio dell’illecita gestione delle istanze di sgravi.
Secondo alcune sigle sindacali, la perquisizione riguarderebbe documenti inerenti la Tares, la tassa sui rifiuti, che sarebbe stata calcolata in eccesso per 20 milioni di euro, anche se il dato non non viene al momento confermato dalla polizia.
“Questa mattina c’è stato un sopralluogo negli uffici del settore tributi e sono state fatte perquisizioni negli uffici di due tecnici; sono quattro quelli interessati e perquisizioni sono state fatte anche nelle loro abitazioni. Non è una novità”, ha detto l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato.
“Sono state sequestrate carte dalla Polizia di Stato. L’operazione è in corso. Non conosco – ha aggiunto – la natura di questo intervento. In passato erano state chieste informazioni e documenti, non so se stiamo parlando dello stesso filone di indagine”.
E poi è arrivato il commento del sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando che nel corso di una conferenza stampa ha detto: “Staremo a vedere cosa è successo, siamo contenti se queste perquisizioni fanno seguito a eventuali esposti. A differenza di altri non facciamo conferenze stampa quando presentiamo esposti”.