È successo tutto in poche ore, il segretario di Stato americano, John Kerry è volato d’urgenza a Parigi, dove ad attenderlo c’era il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, per un faccia a faccia richiesto proprio dall’uomo forte di Obama. Un incontro tra le due potenze, da qualche tempo ai ferri corti per diverse spinose vicende, su tutte, quella dell’Ucraina, ancora una volta tema centrale della discussione.
Mosca ha dettato le sue richieste, tra cui una nuova costituzione che definisca lo Stato ucraino come federale, ma alla fine dell’incontro, che pur il ministro Lavrov ha definito “costruttivo”, nessun risultato è stato raggiunto. Da par suo, Kerry, ha chiesto alla Russia il ritiro delle truppe ammassate sul confine ucraino e la partecipazione dei rappresentanti del governo di Kiev, ancora non riconosciuto dal Cremlino, al tavolo dei negoziati.
“La Russia non riesce a non vedere nello Stato Ucraino una federazione in cui ogni regione abbia giurisdizione sulla propria economia, cultura, lingua e collegamenti economici e colturali con i Paesi vicini” ha dichiarato il ministro russo, che, alla fine dell’incontro, ha salutato i giornalisti presenti con un eloquente “good night and good luck”.
Intanto, mentre la strada della diplomazia è ancora in alto mare, il generale Breedlove, numero uno delle forze Nato, ha dovuto interrompere una visita ufficiale a Washington per volare in tutta fretta a Bruxelles per vederci chiaro su alcuni movimenti delle forze russe al confine. Mentre da Mosca fanno sapere a mezzo stampa che ci sarebbero altre otto regioni russofone pronte a intraprendere la strada già battuta dalla Crimea.
Questa mattina, il premier russo Medvedev, ha visitato per la prima volta dopo la secessione, la Crimea, ed è iniziato un graduale ritiro delle truppe di Mosca dal confine.