Dopo l’incontro al Viminale tra il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e il presidente dell’Anci Piero Fassino, la questione delle strisce blu continua a far parlare. L’accordo prevede che “la regolamentazione della sosta è materia di competenza comunale e per irrogare penali o sanzioni pecuniarie nei confronti di chi sosta oltre il termine per cui ha pagato, i Comuni devono ora “emanare una specifica delibera”.
Lo precisa il Ministero dei trasporti in una nota a proposito della sosta nei parcheggi con le strisce blu. “In assenza di tale delibera e quindi finché non verrà approntata non è possibile elevare multe per il caso in questione”, precisa il Ministero.
Nell’incontro di ieri con il presidente dell’Anci, spiega la nota del Ministero, “sono stati confermati il parere dei ministeri: per chi sosta nelle strisce blu oltre il termine per cui ha pagato non viene elevata contravvenzione per divieto di sosta perché ciò non è previsto dal Codice della strada”.
“Le penalità per il mancato pagamento che i comuni possono prevedere – precisa il Ministero – devono essere improntate a criteri di commisurazione e ragionevolezza rispetto alla tariffa richiesta per la sosta. La penalità per il non rispetto di un contratto (tale è il pagamento di una tariffa a fronte dell’erogazione di un servizio) non può essere vessatoria”.
“È auspicabile – conclude la nota – che nella legge delega per il nuovo Codice della Strada in esame al Parlamento vengano indicati i principi generali a cui i Comuni devono attenersi e in ogni caso stabilito il criterio che le multe non possono essere una ulteriore forma di tassazione indiretta del cittadino.
“L’esito dell’incontro di ieri tra Governo ed Anci, in base al quale la multa per chi parcheggia nelle zone a strisce blu oltre il tempo per il quale si è pagato può essere ugualmente fatta se i comuni hanno adottato una ‘specifica previsione’, è la classica soluzione all’italiana. Peccato che sia illegale!”, sostiene Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
“In pratica il Governo ha deciso di lavarsene le mani, facendo rientrare dalla finestra – osserva Rienzi – le sanzioni uscite dalla porta. Le ‘penali’, infatti, sarebbero in tutto e per tutto equivalenti alle ‘vecchie’ multe. Ma la loro base giuridica non sarebbe una legge, il Codice della strada, ma un regolamento comunale. In pratica, avendo 8000 comuni, avremmo 8000 regolamenti comunali e, soprattutto, 8000 penali differenti, una per ogni comune italiano: 8000 staterelli che si fanno la loro legge personalizzata! Verrebbe meno il principio della certezza del diritto. L’automobilista non potrebbe sapere, infatti, che penale ha previsto quel particolare comune e scatterebbero milioni di contenziosi”.
Il Codacons chiede quindi al ministro dell’Interno Angelino Alfano e delle Infrastrutture Maurizio Lupi di sentire tutte e due le campane. Non può incontrare solo l’Anci, ma anche le associazioni di consumatori. “Va trovata una vera soluzione condivisa, che sia uniforme per tutto il territorio nazionale. Per il passato, poi, dato che fare causa non conviene a nessuno, va trovato un compromesso, visto che i comuni dovrebbero restituire i soldi indebitamente percepiti”.