Il Partito democratico si prepara per la Direzione nazionale. Un’assemblea che si prospetta molto concitata vista la delicatezza degli argomenti sul tavolo: su tutti il Jobs Act e la riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
Il vero nodo da sciogliere sarà quello rappresentato dal Piano lavoro, su cui tanto punta Matteo Renzi. Molto agguerrito il fronte dell’opposizione intestina al partito, capitanata dall’ex viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, che ha già posto il proprio veto su una riforma che “così non passerà”.
Secondo Fassina, nella sua attuale scrittura, il Jobs Act, spalancherebbe le porte a un ulteriore boom di precari. Ma la minoranza dovrà vedersela con un governo estremamente saldo sulle proprie posizioni, che non intende cedere terreno e aprire il piano lavoro a modifiche dettate dalle correnti.
Starà a Matteo Renzi e ai suoi, dunque, trovare la quadratura per scongiurare il rischio di non raggiungere i numeri necessari per poter dare vita a quella che ha presentato più volte come una vera e propria riforma del mondo del lavoro.
Dalla Direzione, inoltre, dovranno uscire i nomi che supporteranno il premier in vista delle elezioni europee. Le proposte di Renzi sono quelle di Lorenzo Guerini, come coordinatore e di Debora Serracchiani, indicata dal presidente del Consiglio come possibile speaker della segreteria. Per il posto da vicesegretario, invece, si fa il nome di Matteo Orfini, ma nulla è ancora deciso.
In merito alla riforma del Titolo V, invece, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, smentisce la presenza nella bozza che sarà presentata al Parlamento, di una norma ad hoc per incrementare i poteri del premier, tanto da consentirgli di rimuovere i ministri.