Video hard con minorenni su WhatsApp | Le indagini scuotono i licei di Palermo

di Gabriele Ruggieri

» Cronaca » Video hard con minorenni su WhatsApp | Le indagini scuotono i licei di Palermo

Video hard con minorenni su WhatsApp | Le indagini scuotono i licei di Palermo

| sabato 22 Marzo 2014 - 13:53

Negli uffici della polizia postale e della Procura dei minori di Palermo le bocche sono cucite. Le indagini sullo spinoso caso dei video e delle foto che ritraggono alcuni giovani, molto probabilmente minorenni, mentre consumano dei rapporti sessuali, caduti poi nel calderone di internet e diffusi a macchia d’olio tramite smartphone e la chat di Whathsapp, proseguono nel riserbo più totale.

Troppo delicato il tema. Troppe le famiglie coinvolte. I reati, che vanno dalla produzione di materiale pedopornografico, alla diffusione, al possesso di tale materiale, sono molto gravi e prevedono pene severissime.

Le immagini dei quattro minori, impegnati in scene tanto spinte quanto sconvolgenti, che davvero poco o nulla lasciano all’immaginazione e di cui abbiamo preferito non fornire dettagli nell’anticipare la notizia, hanno fatto il giro dei licei palermitani. Si sono diffuse tra i banchi delle aule tramite una sorta di tam tam tecnologico che, una volta partito, è stato impossibile da frenare.

L’identità dei protagonisti del video, è e rimarrà celata, trattandosi di minori, ma la loro identificazione non è stata impresa ardua. Nel materiale circolato in rete sono ben visibili diversi volti e si sentono chiaramente le voci, che in una occasione fanno il nome del ragazzo che sta riprendendo la scena con il proprio telefono.

Tanto i video, quanto le fotografie, comunque, non documentano episodi di violenza. I rapporti, infatti, sono tutti consumati tra minori, che appaiono comunque consenzienti e persino consapevoli di essere ripresi. Le foto di nudo di una delle ragazzine, infatti, sono dei selfie che lei stessa, volontariamente, ha pubblicato sul proprio profilo di Facebook.

Non si tratterebbe del primo caso del genere accaduto a studenti delle scuole palermitane. Altre volte, infatti, scatti privati, intimi, sono finiti in rete e condivisi da telefono a telefono in una catena, i cui anelli, in molti casi, sono stati studenti, ignari, spesso, del fatto che anche solo possedere immagini di quel tipo sul proprio smartphone sia un reato passibile di pene che arrivano fino a tre anni di reclusione.

Rimane ancora da verificare chi per primo abbia messo in rete le immagini dei quattro minori. Starà agli inquirenti trovare il bandalo di una matassa che si è ben srotolata in buona parte dei licei palermitani.

 

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820