La battuta è dell’inossidabile capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta. Presentando i sei mesi di attività della ‘velina’ del gruppo parlamentare, Il Mattinale, Brunetta risponde alla domanda di un giornalista. ‘Se dovesse fare uno scoop scrivendo sul Mattinale che dirige il nome del successore di Berlusconi, che nome indicherebbe?”. Brunetta sorride. Ma non ha dubbi. Risponde a tappo: “Berlusconi”. Ma soprattutto, dopo, non cade nella trappola di chi rilancia: “Si parla dei figli”. In questi giorni in cui il destino politico di Berlusconi, oltre che quello giudiziario, sembra arrivato al capolinea le voci che si rincorrono vedono, a ore alterne, la candidatura di Marina o di Barbara e persino di PierSilvio. Ma Brunetta non cede: “Berlusconi non è come D’Alema che si fa rottamare per poi essere ripescato. Berlusconi è una cosa seria”.
Conferma neanche troppo indirettamente – come ha dichiarato ieri il capogruppo al Senato, Paolo Romani – che sul simbolo che sarà inserito nelle liste di Forza Italia per le competizioni europee del 25 maggio, il nome di Silvio Berlusconi, già senatore e persino ex cavaliere – avendo rinunciato al titolo per la pena dell’interdizione a due anni confermata dalla Cassazione, sarà presente e visibile.
Non si rinuncia all’effetto trascinamento che un partito personale come Forza Italia, senza eredi – come sostiene Brunetta – può ottenere dalla ‘reiterazione’ del nome del suo leader carismatico.
Ma il futuro di Forza Italia è fortemente condizionato ormai tanto che nella sede azzurra di piazza San Giovanni in Lucina qualcuno sostiene che si si parlato persino della rinuncia alla presidenza di Fi da parte di Berlusconi pater. A pesare potrebbero essere le decisioni attese per il 10 aprile quando il Tribunale di sorveglianza di Milano dovrà decidere le misure interdittive da prescrivere a Berlusconi condannato per la frode fiscale Mediaset.
Quattro anni la pena stabilita dalla Cassazione lo scorso 1 agosto di cui tre condonati per effetto dell’indulto mentre resta da stabilire modalità e tempi per scontare gli ultimi dodici mesi della pena. Affidamento ai servizi sociali è la principale delle ipotesi e non certo l’applicazione degli arresti domiciliari ma in ogni caso il collegio di quattro giudici, due togati e due speciali – uno psicologo e un criminologo – che decideranno sulle misure interdittive. Fra queste anche l’ipotesi di impedire a Berlusconi di fare campagna elettorale attiva con la partecipazione ai comizi. Ma c’è da giurare che su questo l’intero gruppo dirigente di FI farà quadrato e battaglia mediatica.
Il problema resta: quale Berlusconi viene dopo Berlusconi?