Lavori dell’Aula del Senato sospesi sul disegno di legge sulla parità di genere per le elezioni europee, in attesa dei pareri da parte della commissione Bilancio sui subemendamenti all’emendamento della relatrice sulle quote rosa, presentato questa mattina all’Assemblea. L’accordo però sembrerebbe raggiunto. Ad annunciarlo la senatrice del Pd Doris Lo Moro, relatrice in aula del ddl. “Abbiamo raggiunto un’intesa con una norma transitoria per il 2014 che prevede l’annullamento della terza preferenza se non si rispetta l’alternanza. A partire dal 2019 ci sarà invece la presenza paritaria nelle liste, l’alternanza nel ruolo di capolista”.
“Quando si tratta di legiferare per i diritti delle donne c’è sempre motivo per rinviare, per dire che il problema è un altro – ha aggiunto -. Oggi però non è così e io non mi sottraggo ai miei doveri di relatore. Non possiamo non tenere conto di un dato, quello di partenza: discutiamo di un provvedimento mentre la campagna elettorale è già iniziata – sottolinea la senatrice del Pd – oggetto di pressioni di tutti i tipi e non solo per il rispetto della parità di genere”. “Nel futuro sapremo se è una vittoria parziale o una sconfitta”. “Oggi chiudiamo l’iter parlamentare nei termini condivisi da gran parte dell’aula” conclude la senatrice.
Non tardano ad arrivare le polemiche sul ddl al voto a Palazzo Madama: la senatrice del M5S Elena Fattori lo definisce un accordo truffa ai danni delle donne. “Ritiro la firma dal disegno di legge per la parità di genere alle elezioni europee – ha detto la Fattori – Con le tre preferenze, in tutte le circoscrizioni si avrà un meccanismo che non tutelerà le candidate. Basta inganni”.
“Mi piacerebbe sapere di quale parificazione parlano le colleghe senatrici se in questo testo, a loro volta, in nome di un’equiparazione tra i sessi, vogliono essere ‘maramalde’ sul cittadino che deve essere costretto, pena la parziale nullità del proprio voto, a dar loro la preferenza. Mi piacerebbe sapere da quale obbligo può venire un maggior esercizio della libertà. A me questa legge non piace, è scritta male e non avrà il mio voto”. Così, in una nota, il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, annuncia il suo voto contrario al ddl per introdurre la parità di genere nelle elezioni Europee, in discussione a Palazzo Madama.