Cinque ore di vertice di maggioranza all’Ars per un nulla di fatto. Il presidente della Regione Rosario Crocetta, il Partito democratico, l’Udc e gli altri partiti che sostengono il governo si sono lasciati senza aver trovato un’intesa, un accordo. E se in tanti non si riesce a mettersi d’accordo, allora si tenta con incontri faccia a faccia preliminari. Soltanto dopo si proverà ancora a sedere di nuovo tutti insieme allo stesso tavolo.
Il primo degli incontri bilaterali annunciati dal governatore Crocetta con i rappresentanti della sua maggioranza si è svolto con il segretario regionale del Partito democratico, Fausto Raciti. E mentre i due affrontavano ancora il tema del rimpasto di giunta, e del suo eventuale azzeramento – voluto soprattutto dai Democratici – in un’altra sala di Palazzo d’Orleans l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi lasciava l’incarico con “dimissioni irrevocabili”. “Troppo tempo speso a parlare di rimpasto, i tempi della politica sono diversi da quelli che servirebbero alla Sicilia”, l’accusa, nemmeno troppo velata. Una “perdita” che ha destabilizzato il presidente.
Tanto che il segretario Raciti ha raccontato di un Crocetta più “malleabile”, maggiormente disposto ad accettare le condizioni del partito per poter proseguire la legislatura insieme. “Forse c’e stato un ravvedimento – ha detto Raciti a Si24 al termine dell’incontro – e sono migliorate le condizioni per far maturare un’intesa”.
In pratica il Pd chiede che ogni forza politica della maggioranza possa esprimere un proprio rappresentante in giunta. Il Pd, in particolare, dovrebbe scegliere, secondo le indicazioni di Raciti, una delegazione di assessori. “Non abbiamo nomi in mente – dice il segretario regionale – ma li decideremo con la base del partito. Assessori in cui il partito possa riconoscersi: una garanzia per il Partito democratico, ma anche per lo stesso Crocetta”. Come dire: con i nostri uomini in giunta non avremo più motivo di minare le fondamenta del tuo governo.
Il nodo da sciogliere è ancora uno: l’ingresso di parlamentari in giunta. Il governatore è nettamente contrario a questa possibilità, mentre il Pd non vuole vincoli. “Ma il compromesso sembra vicino”, assicura Raciti. Politici sì, non per forza tecnici; parlamentari no.
Ora, anche alla luce delle dimissioni di Bianchi, gli incontri bilaterali proseguiranno in vista di un nuovo patto di governo “che permetta di superare l’impasse”. Con la certezza che Crocetta non mollerà: “Non tradirò mai il popolo che mi ha eletto, sono un combattente, e i combattenti o vincono o cadono sul campo di battaglia. E mi comporterò esattamente così”.
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