La richiesta di arresto del deputato nazionale del Partito democratico, Francantonio Genovese, per lo scandalo formazione professionale a Messina sarà votata dalla giunta per le autorizzazioni della Camera dei deputati. Il presidente Laura Boldrini ha ricevuto la richiesta della Guardia di Finanza e dalla Questura ha dato il via alle procedure.
I colleghi siciliani del Pd sono in grande imbarazzo. “Si tratta di un’accusa pesante – dice Magda Culotta – che colpisce il partito soprattutto dal punto di vista morale. Quando lo abbiamo saputo, questa mattina, siamo rimasti trasecolati. A decidere sul caso, comunque, sarà la giunta per le autorizzazioni”.
“Sul caso Genovese – aggiunge il parlamentare Davide Faraone, che fa parte della segreteria del segretario Matteo Renzi – occorre lasciar fare la magistratura, e lo stesso tipo di atteggiamento bisognerà averlo nei confronti della giunta per le autorizzazioni a procedere che deve guardare le carte e su quelle valutare. Il Pd credo debba avere un atteggiamento assolutamente laico: cioè se si verificherà dalle carte che la richiesta è legittima e concreta si voterà a favore senza alcuna titubanza, altrimenti si voterà contro”.
“Il Pd – ha aggiunto Faraone – si muoverà in maniera trasparente a prescindere se il voto sia palese o segreto. Paradossalmente l’eventuale voto segreto può essere contro di noi perché se non dovesse passare si dirà che i franchi tiratori sono dentro il Pd, per cui più trasparente è il voto meglio è per il Pd”.
Il deputato Genovese, intanto, nel “rispetto delle istituzioni” ha deciso di autosospendersi dal Pd e dal gruppo parlamentare di Montecitorio. “Una decisione che abbiamo apprezzato – dice Fausto Raciti, deputato e segretario regionale dei Democratici. – Ora dovremo confrontarci per capire come agire in giunta per le autorizzazioni. Non sono mai contento quando si tratta di mandare qualcuno in galera. Le carceri italiane sono terribili“.