Prosegue incessante la guerra del governo regionale siciliano contro i finti poveri. Mentre è salito ormai quasi a duecento il numero degli ex pip esclusi dal bacino dei lavoratori che ricevono il sussidio (qui la lista completa), i controlli interesseranno da oggi anche i 5700 lavoratori Asu, che percepiscono un contributo di circa 650 euro al mese, gravando sulle casse regionali per 36 milioni l’anno circa.
Nel caso degli Asu il tetto al reddito è fissato a 8 mila euro l’anno. E con una nota, il dipartimento regionale per il Lavoro, guidato da Annarosa Corsello, ha invitato i precari a presentare il proprio modello Isee 2013 entro venerdì 21 marzo, pena l’espulsione dal bacino.
Immediata la reazione della politica in difesa dei precari. “È indispensabile che la direttiva che pone il limite di reddito di ottomila euro per la permanenza nel bacino dei lavoratori Asu, valutando per altro il reddito familiare invece di quello personale, venga immediatamente ritirata”, scrivono in una nota i parlamentari regionali del Pd, Mario Alloro, Antonella Milazzo e Giovanni Panepinto, che annunciano un’interrogazione all’Ars per chiedere che il dirigente generale dell’assessorato regionale Famiglia e Lavoro revochi la direttiva.
“Se tale disposizione, che non è supportata da alcuna legge, restasse in vigore – spiegano – gran parte di questi lavoratori perderebbe il diritto di permanenza nell’elenco degli Asu , in controtendenza alla normativa regionale che con la creazione del bacino unico aveva avviato un percorso di stabilizzazione”.
Anche l’ex capogruppo dei democratici a Palazzo dei Normanni, Antonello Cracolici, ha scritto per difendere i precari, in particolare gli ex pip. “Non è accettabile – dice Cracolici – che per restare nel bacino dei lavoratori Pip sia considerato il reddito familiare e non quello personale del lavoratore: chiederò al governo di modificare immediatamente questo provvedimento”. “Mi aspetto – conclude il parlamentare regionale – che il governo e i dirigenti dell’assessorato al Lavoro si rendano conto che questo provvedimento è discriminante e inaccettabile”.
Intanto, prosegue lo scontro tra l’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dopo che la Regione ha annunciato il passaggio al Comune di 370 lavoratori ex Pip. Il primo cittadino non ha intenzione di accollarsi nuovi dipendenti se prima non si chiarisca a carico di chi sarebbero i sussidi. L’assessore ribatte che questi problemi non sono più accettabili visto che la norma per l’assegnazione era già contenuta nell’ultima Finanziaria.
Ma per Orlando quella norma è di dubbia legittimità costituzionale e, comunque, farebbe riferimento “a una previa intesa che certamente non è intervenuta e che si reputa invece indispensabile prima di qualsivoglia assegnazione”.