La pedofilia è ancora presente in grande misura sul web: ad affermarlo è l’associazione Meter di don Fortunato di Noto, che nel 2013 ha monitorato 6.389 siti, 1.048 tra comunità e social network, secondo quanto risulta dal rapporto annuale diffuso oggi. Dal 2003 al 2013 sono 107.781 i portali pedofili scoperti dai volontari di Meter, che l’anno scorso hanno fornito 735 consulenze telefoniche, mentre il Centro di ascolto e accoglienza si è occupato direttamente di 36 casi.
In calo i riferimenti italiani: siti e comunità nel 2012 erano 36, ora sono 32. Lieve contrazione delle segnalazioni sui social network, passate da 1.274 nel 2012 a 1.048.
Il confronto col 2012 mostra una diminuzione nel numero di siti segnalati: i 15.946 dell’anno precedente vengono sostituiti dai 6.389 dell’anno di riferimento evidenziando un calo del 22% circa.
La maggioranza dei domini sono allocati in Russia e sono generici per mantenere l’anonimato (82,15% mentre solo il 9,78% è costituito da domini specifici). La presenza di comunità pedofile sui social network è calcolata nel 7,99%, ma questi siti restano tra le piattaforme d’elezione per la propaganda pedofila. Sono 56.357 i siti pedofili monitorati nel 2012: i domini più utilizzati sono .com (1.721, ossia il 55,23%), .lix.in (1.094, il 33,21%), .net (325), .org (70), .info (34), .onion (26), .biz (19), .tv (4). Il dominio .lix.it è stato individuato all’interno di una specifica area geografica che tuttavia non ne permette l’identificazione immediata e, mentre sono ancora in corso ricerche, Meter non rivela quale.
Nel 2013 secondo Meter si riscontra per la prima volta un ruolo predominante dell’Africa nell’alimentazione della rete pedopornografica virtuale con il 45,75%, seguita da Europa (42,28%), Asia (14,89%), Oceania (3,76%) e America (3,32%).
Meter ha inoltre condotto un’indagine pilota riguardo la diffusione del fenomeno del sexting, ossia l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite: l’autoproduzione e l’autopromozione del materiale in rete da parte di minori spiega l’ampia diffusione del fenomeno a causa della sua incontrollabilità. Sono gli stessi minori a creare deliberatamente materiale a sfondo sessuale e a metterlo in rete.
“I dati rappresentano una realtà drammatica e in crescita con rilievi di denuncia che hanno reso visibile le torture sessuali sui bambini in tenerissima età – afferma don Fortunato di Noto, fondatore e presidente di Meter – La pedofilia criminale si nasconde nel deep web e conosce qualsiasi tipo di canale per produrre e smerciare materiale pedopornografico e la strisciante cultura pedofilia che normalizza i gravi abusi sui bambini”.
Don Di Noto rinnova quindi il suo appello perché la pedofilia sia dichiarata crimine contro l’umanità.