“La mafia americana ha chiesto la morte di Giovanni Falcone”. Il nuovo scenario dietro l’omicidio del magistrato siciliano viene rivelato dal pentito Antonino Giuffrè, ex capomafia di Caccamo. I magistrati di Caltanissetta ritengono “probabile” la sua ricostruzione e indagano anche in questa nuova direzione.
Giuffrè ha aggiunto che la probabile richiesta di “condanna a morte” di Falcone andava di pari passo con quella dichiarata all’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. Le motivazioni sono presto spiegate: “Il giudice mirava a colpire il cuore di Cosa nostra – ha detto Giuffrè – e per fare ciò ha iniziato a lavorare a stretto contatto con la magistratura americana e con l’ex sindaco di New York”.
Secondo quanto ha raccontato l’ex boss “la mafia americana era preoccupata dall’operazione che stava organizzando Falcone e che avrebbe potuto portare alla cattura di personaggi di grossissimo spessore italo-americani, andando a colpire quell’apparato italo-americano che aveva governato per tanto tempo”.
A quel punto da Oltreoceano si decise di mandare in Sicilia un avvocato legato alla mafia per cercare di capire meglio le intenzioni di Falcone e del suo pool di magistrati. “La situazione si andava sempre più deteriorando – ha raccontato Giuffrè – e io stesso sono stato mandato a incontrare quest’avvocato, una volta avuto il benestare da Totò Riina. Il mio compito era quello di tranquillizzarlo, limitandomi a discorsi di natura giuridica e a indiscrezioni e piccole notizie che potevo dare all’interno di Cosa nostra”.
In conclusione Giuffrè si è detto convinto che “a distanza di poco tempo da questa operazione che ha coinvolto nomi di spicco della mafia americana e italiana è stato preparato l’attentato all’Addaura ai danni del giudice Falcone”.
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