Matteo Renzi è ospite all’Eliseo da François Hollande: la visita ai capi di governo europei inizia da Parigi, con una “colazione di lavoro” che inaugura il tour nel vecchio continente. E subito il governo francese consegna ai cronisti riuniti un opuscolo che spiega come Italia e Francia abbiano le stesse priorità.
I due paesi condividono “la necessità di una Europa più politica, più semplice, più chiara, che concentra la sua azione su alcune priorità: la crescita e l’occupazione ma anche l’energia, la protezione delle frontiere e la gestione dell’immigrazione e il rafforzamento della politica estera e della difesa”.
Renzi mette i puntini sulle i: “Non sforeremo il Patto ma abbiamo intenzione di cambiarlo”. Insomma il presidente del Consiglio torna a garantire che “non ci sarà nessuno sforamento del tetto del 3%”, precisando che “quando parlo di stabilita’, parlo del Patto interno dei singoli Paesi”. Secondo Reni c’è invece un margine, “tra il 2,6 e il 3 per cento, che potremo, eventualmente, utilizzare. Sempre rispettando i limiti”.
Il premier italiano spiega che “i limiti sono giusto, ma l’unione europea è dei cittadini non dei tecnocrati”. Hollande però ha ribadito che gli impegni europei “devono essere rispettati” e “dobbiamo lavorare insieme perché ci sia stabilità e l’Euro sia riconosciuto come una moneta stabile”.
La condivisione delle priorità è certamente il tema della giornata, ma Hollande ha puntualizzato anche “l’Europa è una opportunità per la pace, la democrazia ma non ancora considerata tale per la crescita e l’occupazione”.
L’appuntamento più atteso però è quello fissato lunedì a Berlino con Angela Merkel. La cancelliera ha detto che “il programma di riforma di Renzi è ambizioso” e il loro incontro sarà cruciale in vista del finale del tour, giovedì e venerdì al Consiglio europeo a Bruxelles.
E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ribadisce l’importanza del viaggio europei del presidente del Consiglio: “L’Unione europea rimane la via maestra per progredire” ed anche per “prevenire e superare crisi come quella in cui da oltre cinque anni ci dibattiamo”.