Alto il rischio di deflazione in numerosi Paesi della periferia dell’Eurozona. A rilevarlo è l’Ocse, nell’Interim assessment che pone ancora sotto la lente d’ingrandimento l’Italia. Nonostante siano migliorate le stime relative all’anno scorso con una contrazione del Pil dello 0,1 per cento su base annuale nel terzo trimestre del 2013 e una crescita dello 0,5 per cento nel quarto trimestre. Mentre per il 2014 ci si aspetta una crescita dello 0,7 per cento nel primo trimestre, mentre si attende un rallentamento di 0,1 per cento nel secondo. L’Italia rimane quindi uno dei paesi in cosa del G7, ma invece è l’unica economia europea che non ha visto le proprie stime al ribasso rispetto al precedente Interim Economic Assessment.
In accelerazione, secondo l’Ocse, anche l’economia della Germania che crescerà del 3,7 per cento nel primo trimestre e del 2,5 per cento nel secondo. Anche la Gran Bretagna, per cui è previsto un aumento del Pil del 3,3 per cento, vedrà una robusta espansione, mentre invece per la Francia è prevista una crescita dello 0,7 per cento nel primo trimestre e nel secondo dell’1 per cento. Gli Stati Uniti vedranno, sempre secondo l’Ocse, una crescita dell’1,7 per cento nel primo trimestre e del 3,1 nel secondo. Per i grandi 7 è quindi prevista un’espansione tendenziale del 2,2 per cento nei primi tre mesi dell’anno e del 2 per cento nel secondo.
L’Eurozona preoccupa l’Ocse. Il timore principale è generato dalla disoccupazione che non diminuisce nonostante una pallida crescita una diminuzione dei prezzi rischia di far precipitare in una spirale di deflazione “Nonostante l’attività economica appaia in miglioramento, finora ciò è avvenuto in ritardo e a un ritmo più lento rispetto alle altri grandi economie – spiega l’Ocse – in particolare, laddove la disoccupazione sta calando altrove, essa è rimasta invariata a livelli ostinatamente alti nell’Eurozona”.
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