Nuovo colpo di scena nell’ambito della crisi in Ucraina. Questa mattina il Parlamento della Crimea ha dichiarato la propria indipendenza con 78 voti a favore su 81. Questo nuovo capitolo della vicenda non fa altro che aumentare la tensione soprattutto dopo che Viktor Yanucovich è ricomparso in Russia dopo la fuga da Kiev, rivendicando il suo ruolo di “legittimo presidente dell’Ucraina e il capo delle Forze Armate”.
Yanukovich ha aggiunto che le elezioni presidenziali ucraine previste per il 25 maggio sono “assolutamente illegittime e illegali”.
Le autorità della Crimea fanno sapere che intendono nazionalizzare le navi della flotta ucraina dislocata a Sebastopoli. “La flotta ucraina a Sebastopoli sarà interamente nazionalizzata. Non intendiamo lasciar uscire le navi ucraine da Sebastopoli”, ha annunciato il premier locale Serghiei Aksionov, non riconosciuto e ricercato da Kiev. “Abbiamo precluso l’uscita – ha aggiunto – anche alla flotta civile Cernomor Neftegas”, che comprende navi cisterna e per l’esplorazione marittima dei giacimenti di gas e petrolio nel Mar Nero. Lo riferisce Itar-Tass.
Quando il 16 marzo prossimo si terrà il referendum sull’adesione della Crimea a Mosca, in Russia non sarà ancora pronta la legge semplificata per l’annessione: oggi infatti la Duma, il ramo basso del parlamento, ha fissato per il 21 marzo la prima lettura del disegno di legge, che consente di inglobare territori stranieri sulla base di un semplice referendum, abolendo la necessità di firmare accordi internazionali.
Intanto la Russia boccia le proposte Usa sulla crisi ucraina. E il Consiglio di Sicurezza dell’Onu lancia un nuovo appello a Mosca affinché trovi “una soluzione politica, altrimenti ci saranno conseguenze” e il monito arriva anche da Berlino: ormai “c’è poco tempo”, dice la Germania che si dice pronta a nuove sanzioni.