Potrebbero allungarsi i tempi della discussione della legge elettorale alla Camera dei deputati. Il comitato dei nove, chiamato ad esaminare gli emendamenti prima dell’arrivo del testo in Aula, previsto inizialmente in mattinata, è stato rinviato alle 16.
La richiesta di uno slittamento è arrivata dal capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, Emanuele Fiano, e questa decisione potrebbe far slittare la legge in aula, dove è in calendario dalle 15. Molti gli emendamenti da ritirare, perché i tempi per la discussione sono contingentati. Ma da sciogliere restano soprattutto i nodi politici, a partire da quello del rapporto tra questa riforma e quella costituzionale del Senato, che ha come conseguenza la durata della legislatura.
“Ce la faremo e sarà rivoluzione”, ha detto il premier Renzi nel corso di una “twintervista” a Vanity fair, consapevole che per lui si tratterà di un vero e proprio banco di prova; un test della doppia maggioranza che ha praticamente messo in piedi con, da un lato, l’appoggio al governo del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, e, dall’altro, “l’amicizia” con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Il nodo da sciogliere è lo stretto legame tra l’Italicum e la riforma del Senato targata Pd. Un vincolo a doppia mandata che non convince alleati e simpatizzanti della riforma elettorale.
E sulle riforme arriva anche il monito del presidente del Senato Pietro Grasso: “Se il processo di riforma che ci apprestiamo ad avviare in Parlamento fosse guidato dall’intento di compiacere superficialmente l’opinione pubblica senza affrontare i problemi in chiave organica, si consumerebbe un tradimento del Paese e dei cittadini”.
La Camera, intanto, ha programmato 26 ore di dibattito e quindi il voto sugli emendamenti potrebbe davvero concludersi tra la fine di questa settimana e quella successiva. Il problema, però, non riguarda i tempi, bensì il fatto che alcuni dei contraenti dell’accordo, mettono in discussione ciascuno questo o quel punto del testo. Ncd insiste sull’introduzione delle preferenze, mentre i partiti centristi della coalizione (Udc, Pi, Sc) chiedono un abbassamento delle soglie di sbarramento (il 4,5% per i partiti in coalizione e l’8% per quelli che corrono da soli).
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