Gli agenti del Commissariato “Mecenate” di Milano hanno arrestato, nei giorni scorsi, cinque persone per rapina in concorso ai danni di istituti di credito. L’operazione ‘Tutto in famiglia’ ha preso il via da una rapina commessa a Milano lo scorso 23 agosto alla filiale Unicredit di via Lucania, nel capoluogo lombardo.
I poliziotti – spiega una nota – investigando anche su altre quattro rapine a banche commesse tra Milano e Torino, sono riusciti ad identificare i rapinatori che agivano a volto scoperto e armati di taglierini e coltelli: si tratta di persone legate da vincoli di parentela – padre, figlio, cognato, cugino ed un amico – tutti di origine palermitana che si trasferivano al nord sfruttando l’ospitalità data da altri familiari.
Unico incensurato del gruppo è M.R., ventiquattrenne, il cognato, il cui ruolo nell’organizzazione era quello di porre il proprio dito sul “biodigit”, lo strumento per l’apertura della porta girevole degli istituti di credito. I dettagli dell’operazione ‘Tutto in famiglia’ saranno forniti nel corso della conferenza stampa alle 11 nella Sala cronisti della Questura di Milano.
Gli investigatori stanno lavorando su una decina di casi ascrivibili alla banda ma le rapine contestate finora sono cinque: il 23 e il 30 agosto, il 4 e il 14 ottobre a Milano, e il 25 novembre a Collegno (Torino), dove sono stati arrestati tre componenti. Quel giorno sono finiti in manette Giovanni Tuzzolino, di 48 anni, suo figlio Mario, di 29, e suo cognato Rosario Madonia, di 24, l’unico incensurato del gruppo, utilizzato come “cavallo di Troia” per entrare nelle banche provviste di bio digit, il sistema di sicurezza che registra le impronte digitali.
Gli altri due complici – Massimiliano Lopez, di 39 anni, e Massimo Chiaromonte, di 43, rispettivamente cugino e cognato di Giovanni Tuzzolino – sono stati arrestati successivamente a Milano e Palermo. Gli agenti del commissariato Mecenate hanno identificato i membri della banda prima dell’ultimo colpo a Collegno, li hanno aspettati al porto di Genova (sceglievano il viaggio in nave perché i biglietti non sono nominali), seguiti all’autogrill e infine alla banca, bloccandoli in flagranza mentre portavano via 4.500 euro. Studiando le immagini dei colpi, è emerso che esisteva una gerarchia criminale che teneva in conto i legami parentali, per cui il primo a entrare era il padre, seguito dal figlio.