La perizia fonica su un’intercettazione lascia dubbi sul ruolo di Francesco Arcuri, uno dei tre arrestati per l’omicidio del penalista Enzo Fragalà, aggredito il 23 febbraio del 2010 a Palermo e morto dopo un’agonia di tre giorni. I legali dell’indagato, che hanno sostenuto che il loro assistito al momento dell’aggressione si sarebbe trovato altrove, hanno chiesto al gip una perizia sull’intercettazione che incolperebbe Arcuri, nel corso della quale si parlerebbe di un “legno”, espressione che secondo gli inquirenti indicherebbe l’arma usata per uccidere l’avvocato.
I periti, incaricati dal gip di analizzare il nastro, hanno sostenuto oggi nel corso dell’incidente probatorio che la conversazione è troppo breve per poter arrivare a individuare con certezza la voce degli interlocutori. I consulenti del pm, invece, avevano parlato di un principio di compatibilità tra la voce che si sente nella conversazione e quella dell’arrestato. Per il delitto del penalista, l’11 luglio scorso erano stati arrestati oltre ad Arcuri, anche Salvatore Ingrassia e Antonino Siragusa. Per i difensori Arcuri sarebbe scagionato anche da un video acquisito dagli investigatori nell’ambito di un procedimento contro la mafia del Borgo Vecchio. Nel video registrato dalla polizia si vedrebbe Arcuri davanti a una fiaschetteria di via Guerrazzi, alla Zisa. L’uomo sarebbe stato lì dalle 19.24 alle 20.56. Mentre, secondo i pm, l’indagato avrebbe ucciso Fragalà intorno alle 20.30.