Dopo sole due giornate, vissute con grande intensità, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiuso in tarda serata le consultazioni. Matteo Renzi, come previsto, riceverà l’incarico di formare il nuovo governo lunedì 17 febbraio. Il sindaco di Firenze, infatti, è stato convocato al Quirinale alle 10:30.
Previsto ma non così scontato, seppur legittimato dall’investitura da parte del suo partito, il Pd, che lo ha indicato come proprio candidato per la successione di Enrico Letta come presidente del Consiglio.
Una rapidità, quella fortemente voluta dal Capo dello Stato, dettata dall’esigenza di mettere il prima possibile il nuovo premier nelle condizioni di poter dar vita a un esecutivo in grado di essere fin da subito operativo e che possa essere un governo di legislatura e andare avanti, quindi, fino al 2018.
Matteo Renzi ha passato la domenica mattina a Firenze, dove è stato a Messa e ha pranzato con la famiglia, poi, dopo un incontro in un hotel del centro con il patron della Tods, Diego Della Valle, si è messo in auto per raggiungere Roma. Della Valle e Renzi avrebbero parlato sia del nuovo stadio di Firenze che della composizione del nuovo esecutivo. Nel pomeriggio, secondo voci dal Transatlantico, il sindaco avrebbe dovuto incontrare il leader di Ncd, Alfano.
La velocità di queste consultazioni, il “tutto in due giorni”, tuttavia, non è stata particolarmente gradita da Angelino Alfano e dal suo Nuovo Centrodestra. L’ormai ex ministro dell’Interno, infatti, non si è mostrato particolarmente convinto dal programma del segretario del Pd, tanto più che alcune voci, circolate in ambienti vicini al sindaco di Firenze, parlano della possibilità di assegnare ruoli di governo ad esponenti di Sel, scelta fortemente osteggiata da Alfano, che teme uno spostamento a sinistra dell’asse politico dell’esecutivo. L’ipotesi è comunque stata smentita dal leader di Sel, Nichi Vendola.
Chi rimane all’opposizione è Silvio Berlusconi, che, tuttavia, ha già dichiarato la sua volontà di non belligeranza. Forza Italia, infatti, è intenzionata a concedere una chance a Matteo Renzi e la sua sarà un’opposizione “responsabile”.
Ma il clima è diventato molto teso oggi tra il Nuovo Centrodestra e Forza Italia. “In questi ultimi anni Silvio Berlusconi si è circondato di troppi utili idioti”, ha detto l’attuale vicepremier alla convention di Ncd a Roma. Angelino Alfano ha rivendicato la centralità di Ncd nella nascita del nuovo governo. “Il messaggio a chi voleva asfaltarci è: ‘Ciao, siamo decisivi'”.
Appoggerà il nuovo governo, invece, Scelta Civica, purché Renzi riesca a intraprendere un percorso differente da quello battuto dal suo predecessore.
Impazza intanto il totoministri. Tanti i nomi che si sono susseguiti nei corridoi di palazzo e sui giornali. Le riserve saranno sciolte solo lunedì. Sicuramente in odore di riconferma sono Angelino Alfano, che dovrebbe mantenere la sua carica di ministro dell’Interno, Emma Bonino agli Esteri e Dario Franceschini come ministro dei Rapporti con il Parlamento. Non ci sarà un’altra possibilità, invece, per Annamaria Cancellieri.
Segnali di chiusura dal Movimento Cinque Stelle. I pentastellati, che non hanno partecipato, per scelta, alle consultazioni, hanno inscenato un sit-in davanti alla Camera dei Deputati: un centinaio di persone ascoltano alcuni dirigenti del Movimento: “Hanno paura delle elezioni, perché le vinciamo noi”, afferma il capogruppo alla Camera Alessandro Di Battista.
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