La Direzione Investigativa Antimafia di Messina ha eseguito un provvedimento di sequestro beni e quote societarie per un valore di circa 3,5 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione di Pubblica Sicurezza del Tribunale di Messina.
Le misure sono state prese nei confronti di un imprenditore considerato appartenente alla cosca mafiosa riconducibile al cosiddetto “Gruppo di Mistretta”, operante nella zona tirrenica-nebroidea della provincia messinese.
Si tratta di Vincenzo Farinella, 51 anni, di Capizzi (Messina). L’indagine, estesa anche ai familiari di Farinella. L’indagine è partita da un’evidente sperequazione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati.
L’imprenditore è stato arrestato per mafia il 22 marzo 2007, nell’ambito dell’operazione “Montagna”, condotta dal Ros dei carabinieri di Messina. Il 30 giugno 2012 il tribunale di Patti ha condannato Farinella a 4 anni e mesi 9. Il sequestro riguarda il 50 percento della società Ca.Sa. Rione che produce e commercializza mezzi agricoli, la Giavin e la Cataldo Farinella operanti in edilizia, 12 automezzi, sette beni immobili e varie disponibilità bancarie.
Nel corso degli anni Farinella avvalendosi dell’appoggio del gruppo mafioso di Mistretta collegato anche con il mandamento di Cosa nostra di San Mauro Castelverde attraverso la società Giavin, si sarebbe inserito nel settore degli appalti pubblici vincendo illecitamente alcune gare e falsando il mercato. Tra l’altro Farinella è accusato di aver costituto delle società con Camillo Bartolomeo Testa, esponente di spicco della mafia tirrenica e un’altra società con Mario Giuseppe Scinardo anche lui coinvolto nell’operazione Montagna. “Siamo soddisfatti – ha detto il capo della Procura di Messina Guido Lo Forte – perché negli ultimi 4 anni abbiamo aumentato confische e sequestri del 500 per cento come numero e del 1000 percento come valore”.
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