Non c’è ancora intesa su Ddl Province, ma il clima all’Ars è rovente dopo la nuova riscrittura del provvedimento. Il presidente Ardizzone ha stabilito per domani, venerdì 14, a mezzogiorno il limite massimo per presentare gli emendamenti, mentre per presentare i subemendamenti ci sarà tempo fino a lunedì.
L’obiettivo, a detta di Ardizzone, è dare tempo a deputati e uffici di esaminare la nuova versione del testo elaborato dal governo.
“Il presidente dei Consorzi dei Comuni sarà eletto dai sindaci e da tutti i consiglieri comunali dei Comuni aderenti: abbiamo lavorato in questa direzione e adesso il governo ha accolto la proposta, inserendola nel proprio emendamento. Siamo molto soddisfatti per questo risultato”. Dicono in coro Gucciardi e Cracolici, rispettivamente capogruppo del Partito Democratico e presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars. E questa è la novità più significativa.
“È una norma importante – aggiungono – che allarga la ‘base elettorale’ chiamata a scegliere il vertice del Consorzio, e rafforza il valore di questa elezione e esalta la democrazia dei territori”
Ma gli argomenti del Pd non convincono le opposizioni, ancorché nel pomeriggio è stato proprio un alterco tra Cracolici e il governatore Crocetta ad animare l’Aula. Molte le polemiche sul contenuto dell’intero Ddl, con diversi punti molto criticati dai vari schieramenti. Chi, invece, dovrà giocoforza propendere per il sì è il Movimento 5 Stelle, vista l’indicazione espressa dal web. Cittadini e attivisti pentastellati, infatti, hanno espresso a larga maggioranza la volontà di tapparsi il naso e votare un provvedimento che proprio non convince, piuttosto che tornare al voto per rimettere in piedi quelli che più volte sono stati definiti come carrozzoni mangia soldi.
A proposito di Cinque Stelle, l’ex grillino Venturino, vicepresidente vicario dell’Ars ha ufficializzato il suo ingresso nelle file del Psi di Nencini.
“Questa norma – dice Nello Musumeci (Lm FI) – è deleteria per i Comuni, che saranno devastati, anche dal punto di vista del patrimonio. Come potranno, ad esempio, mantenere le spese di manutenzione degli immobili? Come faranno a sobbarcarsi il miliardo e mezzo di euro di debiti delle Province? Così non si fa altro che moltiplicare i centri di spesa”.