“Non posso permettere che con il mio voto si torni alle elezioni per le Province”. Giancarlo Cancelleri, ex capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars definisce “poco ardita” la riforma degli enti locali che Sala d’Ercole si appresta a votare dopo l’accordo di maggioranza raggiunto a Roma (in un vertice a cui non ha partecipato il governatore Crocetta).
Il grillino però potrebbe dover votare, obtorto collo, a favore di questo disegno di legge. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha chiesto agli attivisti di esprimersi online sulla riforma delle Province e se il popolo del web dovesse dire sì, Cancelleri non potrebbe far altro che votare come gli dicono. “Mi atterrò scrupolosamente – dice – perché penso che i cittadini abbiano il polso della realtà più di tutti noi”.
“Ci hanno messo un anno a scrivere questo disegno di legge – attacca – e cosa hanno prodotto? Un testo che praticamente non fa altro che cambiare il nome delle Province in Liberi consorzi di comuni. Si tratta di una riforma monca, figlia del tempo che stringe. Un ddl così potevano presentarlo anche un anno fa”.
Il problema principale di questo disegno di legge per Cancelleri sta nel fatto che dopo i nove consorzi potranno nascerne altri, con una situazione per la Sicilia più grave che in passato. “Si tratta di campanilismo – dice. – Prima arriverà la richiesta di Gela, poi di Caltagirone, Acireale, Sciacca e via così. E cosa avremo concluso?”.