Procura di Palermo: vietato l’ingresso. Per motivi di sicurezza, infatti, dal 13 febbraio non sarà possibile accedere all’area della Procura che ospita i magistrati della Dda, gli aggiunti e il procuratore: lo ha disposto lo stesso capo dei pm Francesco Messineo con una circolare inviata oggi ai sostituti. Il divieto riguarda anche i giornalisti.
L’accesso all’area chiusa sarà concesso solo al personale – magistrati e amministrativi- e agli avvocati e alle forze dell’ordine che – scrive il procuratore – “abbiano necessità di accedervi per motivi connessi alla loro funzione”. L’ingresso, nei casi consentiti sarà possibile solo dalla porta principale, mentre quella interna, che dà sulle scale, resterà chiusa e presidiata dalle forze dell’ordine.
“Tutti gli estranei – precisa Messineo – qualora abbiano necessità di accedere, ne faranno richiesta al personale di vigilanza che chiederà, a sua volta, l’autorizzazione ai magistrati di volta in volta indicati dal visitatore esterno e ne consentirà l’accesso solo dopo averne verificato l’assenso”.
Nell’area chiusa, tra le altre, c’è la stanza del pm Nino Di Matteo, sottoposto a straordinarie misure di sicurezza per le minacce ricevute.
“La chiusura anche ai giornalisti di una parte degli uffici della Direzione distrettuale antimafia di Palermo non risponde ad altra logica che a quella di tentare di impedire ai cronisti di svolgere il proprio, fondamentale compito di informare l’opinione pubblica”, affermano, in una nota congiunta, l’Ordine dei giornalisti di Sicilia e l’Associazione siciliana della Stampa.
Anche i cronisti, sottolineano Ordine e Assostampa, vanno in Procura esclusivamente “per motivi connessi alla loro funzione” e nei loro confronti le sacrosante esigenze di sicurezza possono essere tutelate, al più, verificandone l’appartenenza all’Ordine, senza la necessità che essi debbano indicare da chi intendano andare e senza che debbano chiederne il permesso. “Questo provvedimento – si rileva nella nota – non appare infatti motivato né sotto il profilo della sicurezza, a meno che i giornalisti non si vogliano accomunare ai molestatori, né sotto l’aspetto pratico, dato che la Procura è divisa su più piani e ci saranno uffici che potranno essere frequentati liberamente e altri che diventeranno di fatto ‘off limits’. A meno che non si pensi che, in nome di una sicurezza che di certo non è messa in pericolo dai giornalisti, non si possa imbavagliare o condizionare l’informazione”.
Il presidente nazionale dell’Unci, Guido Columba, ed il presidente del Gruppo siciliano dell’Unione cronisti, Leone Zingales, in una nota invitano il procuratore Messineo, cui chiedono un incontro, a rivedere il “passaggio” della circolare che riguarda i giornalisti perche’, affermano, “vietare ai giornalisti l’accesso all’area della Procura rischia di limitare il diritto-dovere di cronaca. Comprendiamo e condividiamo tutte le esigenze di sicurezza assunte in relazione al clima di tensione che circonda da mesi il lavoro dei magistrati della Procura – proseguono – ma siamo consapevoli che il nostro ruolo, riconosciuto dalla Costituzione, rischia di subire una pesante penalizzazione traducendosi in un danno per tutti i cittadini”.
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