Sono stati proclamati oggi, alla convenzione dei democratici siciliani, i tre candidati alla segreteria regionale del Pd che si confronteranno alle primarie del 16 febbraio.
Quasi 25.000 gli iscritti che hanno votato: i dati arrivati dalle segreterie provinciali hanno certificato il vantaggio del cuperliano Fausto Raciti (66,8%), sostenuto dalle aree di Renzi, Cuperlo e del Megafono di Crocetta; lo insegue a distanza, con il 22,2%, il segretario uscente Giuseppe Lupo, molto critico verso la scelta di convergere su Raciti (‘colpevole’ fra l’altro, a suo dire, di essere sostenuto da Mirello Crisafulli) e nei confronti del governo regionale; e la civatiana Antonella Monastra, ferma al momento al 5,5%. Comincia cosi’ ufficialmente la loro corsa. Ma restano le polemiche e non mancano i ricorsi.
Giuseppe Lauricella e Antonio Ferrante hanno ottenuto, rispettivamente, il 3,3% e il 2% delle preferenze, non superando lo sbarramento del 5%. Sull’esito incombe proprio il ricorso dell’escluso Lauricella che parla di scorrettezze e anomalie.
Fausto Raciti, parlamentare trentenne che, forte anche del sostegno dei renziani e dei crocettiani, vola verso l’elezione alla segreteria regionale del Pd, a margine della convenzione regionale ha spiegato che per lui il rimpasto “non è una priorità: prima c’è il nodo del progetto di governo. Il resto si vedrà subito dopo, perché i blocchi di potere conservatori sono ancora forti ed è urgente garantire più slancio all’azione riformatrice di governo”. Insomma, dopo nervosismo e fratture tra Pd e governatore, Raciti rilancia l’asse con Palazzo d’Orleans.
“Solo scelte logistiche”, assicura, facendo capire che si prepara a gestire una nuova fase del partito in Sicilia: “La mia – conclude – è una candidatura unitaria e per l’unità del partito e compito del segretario uscente sarebbe stato quello di agevolare questo processo, invece di opporvisi, comportandosi come se in questi anni non ci fosse stato. Gli incarichi di partito sono stati usati come trampolino di lancio per ruoli istituzionali. È l’ora di voltare pagina”.
E pazienza se l’uscente Giuseppe Lupo ha da tempo messo in mora il governo Crocetta. “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, attacca Lupo, che aggiunge: “È l’onorevole Raciti che, in virtù del suo incarico di segretario nazionale dei giovani democratici, ha usato la sua posizione per occupare un seggio alla Camera, senza partecipare alle primarie e ottenendo uno dei primissimi posti bloccati del Porcellum, grazie all’intervento dell’onorevole Bersani. “La mia è la vera e sola candidatura unitaria e fuori dalla logica degli apparati, estranea a questa ammucchiata di capi corrente”. Lauricella, intanto, ha annunciato il sostegno a Lupo, scelta compiuta anche da Ferrante.
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