“Saviano ti meriti la camorra”. È una frase choc, tanto cinica quanto emblematica quella apparsa su un muro di Catania: un attacco diretto allo scrittore-giornalista che ha avuto certamente il merito di fare luce su un universo per larga parte sconosciuto, ma che, come quelle verità sepolte da cumuli di fango, ogni giorno diventa sempre più chiaro.
È strano che una frase del genere spunti misteriosamente in una stradina (in via Vanasco, una traversa di via Umberto I) di una città, Catania, che purtroppo fa i conti con la criminalità organizzata, ma sicuramente non con i clan partenopei; ciò che stupisce, però, sono soprattutto le parole che suonano in modo inquietante e sibillino a metà fra la minaccia e l’offesa.
Roberto Saviano è un personaggio che solo per averci messo la faccia paga lo scotto di una vita ‘blindata’ dalla severa anormalità di chi vive sotto scorta: si possono criticare certi atteggiamenti – è un uomo come tutti – ma non si può negare l’evidenza di un coraggio trasparente come le cose preoccupanti che ha descritto.
Se fosse un’offesa, chi l’ha scritto e Catania dovrebbero chiedere scusa a Saviano per quanto riportato anche per poche ore (la foto è stata scattata lo scorso 3 febbraio non sappiamo se è stata cancellata) su quel muro. Se, invece, fosse la boutade di un mitomane a caccia di vana gloria, allora bisogna interrogarsi sulle derive della nostra società.
Se, infine, dovesse essere letta come una minaccia è inquietante e spregevole sia nei confronti di Saviano sia di quella parte sana di Catania che fortunatamente rappresenta la maggioranza.