Il governatore Rosario Crocetta e gli alleati dell’Udc sono sempre di più ai ferri corti. Il rischio, per il presidente della Regione, è che la maggioranza che lo sostiene a Sala d’Ercole si sfaldi completamente tra le frecciate del suo stesso partito, il Pd, e i colpi bassi dell’Udc, tornato a livello nazionale nell’alveo del centrodestra con Silvio Berlusconi.
Lo scontro in Sicilia passa dal tanto richiesto e chiacchierato rimpasto di giunta. Tanti i deputati e i rappresentanti di partito che mirano a un posto di comando. Ma il presidente ha sempre messo paletti molto chiari e fissi. Oggi il nuovo: “Mettere in giunta candidati alle prossime europee – ha detto Crocetta – è inopportuno, sarebbe molto difficile per me gestire un governo di candidati che ad oggi hanno l’obbligo di governare”.
“Sarebbe un governo di candidati e perfino in formazioni contrapposte – prosegue Crocetta. – Non sono abituato a porre aut-aut a nessuno, non fa parte del mio stile, ma pongo questa riflessione alle forze alleate per evitare contrasti tra di loro”.
Secca la replica del segretario regionale dell’Udc siciliana Giovanni Pistorio: “Crocetta ha il dovere di assicurare il massimo di efficienza all’azione della sua giunta, ma non deve condizionare l’iniziativa politica e l’impegno organizzativo dei partiti alleati in vista di una campagna elettorale delicata come quella del prossimo maggio”.
“La richiesta a mezzo stampa di non candidatura degli assessori è irrituale e irricevibile – sottolinea – e tende a neutralizzarne la loro funzione politica, rendendo ancora più anomalo il profilo di questa giunta”.
Poi, l’Udc rilancia la richiesta di “un confronto leale e franco” con il governatore e la maggioranza all’Ars “ancora più indispensabile per dirimere tutte le questioni, alcune anche strumentali, che sono emerse in questi ultimi giorni”.
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