Con l’approvazione, in via definitiva, da parte del Senato, del decreto sulla Terra dei fuochi si sono “create le condizioni per la riscossa” del territorio. Lo ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che oggi ha rappresentato il governo nell’Aula di Palazzo Madama. “Non tutto è risolvibile con un decreto ma questo è il punto di partenza” che può consentire un percorso di riscossa. In Aula il provvedimento è passato con 174 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astenuti.
Il provvedimento, ha proseguito il ministro, contiene “risorse per le bonifiche, lo screening sanitario, la mappatura dei suoli, la repressione delle opere di devastazione. Un insieme di strumenti a sostengo dei cittadini e delle imprese agricole che hanno subito gravi danni”. In Aula il provvedimento e’ passato con 174 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astenuti.
Il “decreto Terra dei Fuochi e Ilva”, con il quale “le istituzioni danno una risposta forte contro le illegalità e l’ecomafia, a tutela del diritto alla salute dei cittadini e a difesa dell’ambiente”, aveva dichiarato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera. I miglioramenti introdotti a Montecitorio, e passati oggi al vaglio del Senato, riguardano innanzitutto la «partita sanitaria», la possibilità di usare i beni confiscati alla criminalità organizzata per il risanamento ambientale della Terra dei Fuochi, un rafforzamento degli strumenti di informazione e partecipazione dei cittadini e un maggiore sostegno alla filiera agroalimentare della Campania.
Tra le novità più rilevanti introdotte nel decreto, lo stanziamento di 25 milioni di euro annui per il 2014 e il 2015 per lo screening sanitario gratuito per le popolazioni residenti nella Terra dei Fuochi e nei comuni di Taranto e Statte per quanto riguarda l’Ilva, l’aggiornamento e la pubblicazione dello studio Sentieri, il potenziamento degli studi epidemiologici. Importanti anche la mappatura dei terreni inquinati che non possono essere usati per le colture alimentari, la possibilità di utilizzare per le bonifiche dei terreni inquinati anche gli illeciti proventi derivanti da delitti ambientali compiuti in Campania, e l’uso dell’esercito per contrastare più efficacemente l’illegalità e le ecomafie.
Introdotte poi nuove tipologie reato e nuovi strumenti di interdizione alla criminalità. “L’introduzione del reato di combustione dei rifiuti – aggiunge Realacci – potrà essere ulteriormente rafforzata dal testo unificato sui delitti ambientali, testo nato a partire delle proposte presentate da me e dai colleghi Micillo e Pellegrino e che è all’esame della Camera. Sul fronte Ilva, infine, si forniscono strumenti per assicurare che le ingenti risorse necessarie per il risanamento ambientale dell’acciaieria di Taranto siano interamente a carico degli azionisti e quindi innanzitutto della famiglia Riva’’.
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