Il ministero dell’Ambiente ha istituito per oggi, 5 febbraio, la prima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare: per l’occasione a Roma è prevista la riunione di una Consulta composta da enti, organizzazioni e associazioni, tra cui anche il Wwf, che ha spiegato come ”ogni anno in Italia buttiamo nell’immondizia fino a 1.226 milioni di metri cubici di acqua, pari all’acqua consumata ogni anno da 19 milioni di italiani, e 24,5 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa il 20% delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti. Inoltre gettiamo via anche il 36% dell’azoto da fertilizzanti, usati inutilmente”.
Secondo le statistiche, ogni famiglia spende annualmente 316 euro in cibo che viene buttato, nonostante nel 2013 tre italiani su quattro (circa il 73%) ha tagliato gli sprechi in tavola, soprattutto per effetto della crisi. Ma la responsabilità è da affidare anche al sistema produttivo che, come sottolinea il Wwf, “perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima che arrivino in tavola”, e l’impatto ambientale causato dallo smaltimento del cibo non è indifferente: basti considerare che lo spreco di 1kg di carne “costa” all’ambiente 10 volte la quantità di gas serra e di azoto reattivo richiesti da 1 kg di pasta.
Un’indagine condotta da Coldiretti/Ixè in occasione proprio della giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, evidenzia che il 45% degli italiani ha ridotto gli sprechi, il 28% li ha addirittura annullati, mentre il 26% non ha cambiato il proprio comportamento. Tra chi ha tagliato gli sprechi, l’80% fa la spesa in modo più oculato, con un crescente interesse per i mercati degli agricoltori, il 37% guarda con più attenzione la data di scadenza e il 26% ha ridotto le dosi acquistate.
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