Sei ore di dichiarazioni per Angela, una delle due baby squillo dei Parioli, che per scelta della procura non è presente in aula con gli sfruttatori, i clienti e la madre dell’amica 15enne, arrestata per avere spinto la figlia a prostituirsi, ma in videoconferenza, assistita da una psicologa.
“Un giorno sono andata su ‘google’ e ho scritto ‘fare soldi facili’ e poi ho risposto ad un annuncio. Ho cominciato perché avevo voglia di fare molti soldi, per non farmi mancare nulla. Guadagnavo molto, anche 500-600 euro al giorno. Acquistavo vestiti di marca e telefonini”. Inizia così il racconto della 16enne, la più grande delle due, che punta il dito contro Mirko Ieni, il proprietario dell’appartamento ai Parioli nonchè colui che trovava i clienti: ”Credo che Mirko Ieni sapesse che ero minorenne e si serviva di questo per aumentare il numero dei clienti potenzialmente interessati. A prescindere da quanto incassavamo gli dovevamo dare 240 euro al giorno per l’uso dell’appartamento”.
Poi parla di Nunzio Pizzacalla, caporal maggiore dell’Esercito coinvolto nella vicenda: “So che Pizzacalla è venuto due volte a Roma per incontrarmi ma mi sono rifiutata. Ienni invece, sapeva tutto di me anche se alla fine mi ero creata un giro di clienti miei e a lui davo pochi soldi”.
Gli inquirenti della Procura di Roma stanno ancora cercando di identificare gli altri clienti. In ogni caso il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi sarebbero intenzionate a chiedere il giudizio immediato, mentre i difensori stanno valutando se ricorrere al rito abbreviato.