“Il sistema della difesa idrogeologica deve rispondere ad un unico criterio e a uniche direttive. Va ripensato, visti i risultati: l’Italia è sott’acqua. I Consorzi di bonifica rappresentano un sistema dispersivo, incoerente, tremendamente costoso”. Lo afferma il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani in una nota.
Secondo Confedilizia, quindi, ”le loro competenze sulla pretesa difesa degli immobili urbani e relativi territori (essendo costituzionalmente impossibile la loro abolizione tout court, stante l’aspetto privatistico irriguo, al quale solo rispondono) vanno trasferite alle Province o alle previste Unioni dei Comuni, già titolari del confermato tributo ambientale”.
Questo, spiega l’associazione, ”ciò unitamente alla relativa imposizione tributaria, peraltro da rivisitarsi in contradditorio con le Parti sociali”. Imposizione che assomma a più di 200 milioni all’anno di euro, sottolinea Confedilizia, e che sommata all’irrigua sfiora i 600 milioni di euro all’anno: ”una seria Commissione di inchiesta sulle responsabilità consortili per il palese dissesto di cui l’Italia è vittima in questi giorni come già diverse altre volte, s’impone” conclude la nota.