Oltre duecento operai della Fiat e delle aziende dell’indotto di Termini Imerese si sono radunati nell’aula consiliare del Comune dove si terrà l’assemblea dei lavoratori convocata da Fim, Fiom e Uil. Sono circa 1.200 le tute blu termitane in cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno prossimo.
Da quella data c’è il rischio del licenziamento collettivo, come avvenuto lo scorso primo gennaio per 174 addetti di Lear e Clerprem, due aziende dell’indotto che per Fiat producevano sedili e imbottiture. Alla riunione partecipano delegazioni di metalmeccanici di altri stabilimenti del gruppo Fiat (Pomigliano, Torino, Cassino) e delle nove province siciliane.
All’assemblea, inizialmente convocata davanti ai cancelli della fabbrica, ma spostata nei locali del comune per il maltempo, era prevista la partecipazione del leader della Fiom Maurizio Landini, che però non sarà presente all’incontro con gli operai. Oltre al sindaco Salvatore Burrafato, presente anche il primo cittadino di Palermo, e neo presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando.
“A nome dei comuni siciliani chiederò al presidente Letta che la vertenza della Fiat di Termini Imerese si sposti dal ministero dello Sviluppo economico a Palazzo Chigi”, ha detto Orlando “Bisogna insistere perché il sito industriale – ha aggiunto resti tale – e investire nel settore dell’automobile. Non ci credo che il governo non sia capace di portare una soluzione. Come si spiega che si fanno affari con Finmeccanica e non si trovano soluzioni per la Sicilia”.
“Siamo qui per riaprire la vertenza della Fiat di Termini Imerese. L’azienda, che ha costruito questo stabilimento con soldi pubblici, e il governo si devono assumere le proprie responsabilità”, ha ribadito Michele De Palma, della segreteria nazionale della Fiom “Il futuro di Termini Imerese – ha aggiunto – lo vediamo domani nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, sappiamo che la cassa integrazione in deroga scade a giugno, vogliamo risposte concrete, non rassicurazioni su possibili investimenti”.
Durante l’assemblea ci sono stati molti momenti di tensione. Gli animi si sono surriscaldati in particolare quando ha preso la parola il senatore del Megafono Beppe Lumia. “Mi fa rabbia sentirla – ha urlato un lavoratore – Quello che proponete adesso perché non lo avete fatto quattro anni fa, invece lo stabilimento è stato chiuso. Qui doveva esserci il presidente della Regione e invece non è venuto”. Lumia nel corso del suo intervento ha detto che “bisogna tornare a parlare con la Fiat e trasferire la vertenza dal ministero dello Sviluppo economico a Palazzo Chigi. Altrimenti domani occupiamo la sala del Mise”, ha aggiunto il senatore.
Domani le tute blu della Fiat e delle aziende dell’indotto saranno a Roma per partecipare ad un presidio davanti al dicastero di via Veneto, dove si terrà il vertice sulla vertenza di Termini Imerese con i rappresentanti dei governi nazionale e regionale, dei lavoratori e dell’azienda. Le tute blu raggiungeranno la capitale con 4 pullman.