Sono sempre più frequenti i casi di aggressione da parte dei cani, sia di proprietà che randagi. Per provare a capire cosa scatta nella testa di un cane quando viene sconvolto da un momento di aggressività e per evitare che diventi un potenziale pericolo per noi e per gli altri, abbiamo intervistato Giovanni Giacobbe, addestratore ENCI della Scuola Addestramento Cani EOS.
Quali sono le cause e i meccanismi che inducono un cane ad essere aggressivo?
L’aggressività è uno stato motivazionale (dettato da stimoli esterni) o endogeno (dettato da meccanismi “interni”) , che influenza la predisposizione di ogni essere vivente a reagire con comportamenti aggressivi nei confronti di elementi che vengano individuati come un potenziale pericolo. L’aggressività del cane sarà sempre benigna perché è legata alla conservazione e alla tutela della specie e non sarà mai maligna: il cane non sarà mai aggressivo “per piacere”, per voluttà, come può succedere negli uomini.
Esistono però comportamenti di aggressione che sono correlati a problemi organici. I più frequenti sono da imputare a condizioni di salute che rendono il cane più nervoso e irritabile. Persino un’otite non curata o magari solo mal curata può rendere un cane aggressivo.
Che differenza c’è tra l’aggressione da parte del proprio cane e quella di un randagio?
Nel primo caso la responsabilità è tendenzialmente quasi sempre dei proprietari. Nel secondo caso la responsabilità non può essere addossata ai singoli ma a un vero e proprio problema sociologico: la totale mancanza di una cultura cinofila nel nostro territorio.
Ci sono segnali che possono far prevenire un’aggressione?
Le fasi di tensione neuro-muscolare che anticipano i comportamenti di aggressione hanno una connotazione facilmente riconoscibile, ma la mancanza di una educazione cinofila rendono molte persone incapaci di riconoscerli così come di capire che hanno fatto diversi errori nell’educazione dei propri cani. I padroni devono essere capaci di stabilire i ruoli gerarchici: molti cani divenuti gradualmente sempre più aggressivi, hanno iniziato col prendere troppo piede negli ambiti familiari, perché noi glielo abbiamo colpevolmente concesso.
Ci sono cani più predisposti al morso rispetto ad altri?
Tendenzialmente quelli cresciuti da mamme cagne non brave a inibire il morso; quelli precocemente separati dalla madre e/o dai fratelli; che ha patologie organiche; oltre quelli che sono allevati da padrini che non hanno molta competenza nell’educazione dei cani.
È possibile attuare una modificazione comportamentale in un cane mordace, per reinserirlo in società, senza l’utilizzo di metodi coercitivi?
Assolutamente sì. Un proprietario che non sia semplicemente possessore del suo cane ma che ne sia padrone nell’accezione più ampia, deve comprendere che la vera coercizione è pensare di far coesistere il cane con gli uomini senza la libertà data dalle regole.