Francesco Musotto è arrivato al palazzo di giustizia di Palermo, accompagnato dal suo legale Fabio Ferrara, per essere ascoltato dal pm Maurizio Agnello: l’ex capogruppo all’Ars dell’Mpa è uno degli indagati nell‘inchiesta sulle spese pazze dei gruppi parlamentari in Sicilia.
Musotto però ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere: “Nel 2011 me ne sono andato. Anzi, sono stato promotore della manovra per fare dimettere 46 deputati e consentire lo scioglimento dell’Assemblea regionale, ma nessuno mi ha seguito – ha detto ai cronisti quando è uscito -. Mi sono proposto con il partito nuovo, il partito autonomista, ma poi mi sono reso conto… Sono un politico pentito”.
“Dopo essere stato accusato di mafia, adesso arrivano le spese pazze. In quindici anni non ho mai approfittato di soldi pubblici“, ha dichiarato Musotto, eletto nella scorsa legislatura nell’Mpa e poi passato al gruppo misto “Vengo da tre generazioni al servizio delle istituzioni: mio padre ha insegnato diritto penale, mio nonno è stato alto commissario”.
“Il problema è che per 15 anni ho fatto politica – ha ribadito – mi sono messo in un partito che era appena nato, quello dell’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo. Tutti questi soldi perché non li eliminano? Io li ho trovati”.
“Certo che i 45 mila euro glieli ho dati a Raffaele Lombardo”, ha continuato l’ex capogruppo Mpa: “Sono un uomo d’onore, un uomo vero, non sottraggo 45 mila euro, io non ho mai rubato una lira”.
“Se Lombardo nega di averli ricevuti – ha proseguito – quello è un problema suo, della sua coscienza. Io gli ho proposto un confronto pubblico, davanti alla stampa: io e lui. Però non ha mai risposto alla mia proposta, non l’ho più sentito”.
“Non ho mai comprato nè borse Louis Vuitton, nè mutande verdi“, ha poi precisato Musotto: “È normale che la politica ne esca malissimo. La cena l’abbiamo pagata io, Cracolici e Adamo, con i soldi del gruppo. Erano spese di partito. Le riviste della storia dell’arte sono all’Assemblea. Non ho rubato niente”.