“Senza il mio tempestivo intervento, la Regione siciliana oggi sarebbe alla paralisi”. È così che Antonio Ingroia, commissario di Sicilia e-Servizi, ha reagito alle accuse degli ultimi giorni che lo vedevano imputato – lui ex magistrato – per aver assunto i 75 dipendenti del socio privato della Regione, Sicilia e-Servizi Venture.
“Se avessimo mandato a casa le professionalità al 22 dicembre come era previsto dal loro contratto – prosegue Ingroia – avremmo bloccato utta la Sicilia perchè senza informatica non si muove nulla: si fermano gli uffici, gli ospedali, i comuni, le province”.
È per questa ragione che il commissario liquidatore nominato da Crocetta ha assorbito a Sicilia e-Servizi, società pubblica interamente partecipata dalla Regione, i 75 dipendenti del socio privato.
“Per questo – aggiunge il leader di “Azione civile” – ma anche perchè negli anni per la formazione di queste persone sono stati spesi dalla classe politica oltre 66 milioni di euro: poco meno di un milione a persona. Abbiamo deciso di non mandare in fumo questi soldi”.
Per quattro mesi i dipendenti saranno monitorati da una commissione di super esperti che dovrà verificare i requisiti tecnici, professionali e di probità di queste persone che dovranno maneggiare dati anche estremamente sensibili. “Non è che voglio fare lo sbirro a Sicilia e-Servizi – aggiunge – ma dobbiamo verificare che non ci sia spazio per ulteriori spazi”.
“Crocetta – prosegue l’ex procuratore – è stato il primo a denunciare tutto quello che, si sapeva da tempo, accadeva dentro Sicilia e-Servizi: sprechi, assunzioni e fondi europei investiti e mai rendicontati. Il presidente ha scelto me perchè avevo le carte in regola per fare pulizia e riportare tutto in ordine seguendo la legge: ecco perchè oggi mi fa sorridere, ma soprattutto mi indigna, leggere di alcuni politici che mi accusano di assunzioni clientelari e mi convocano urgentemente in Commissione Bilancio all’Ars. Sono io – attacca Ingroia – che punto l’indice contro la stampa che non ha fatto informazione fino a oggi e contro i politici che adesso sembrano cascare dalle nuvole”.