Sono 33 su 50 gli articoli della Finanziaria regionale impugnati dal Commissario dello Stato. Salve le norme sui precari, sui trasferimenti agli enti locali e sui trasporti. Cadono tutte le principali innovazioni, come la norma sulle coppie di fatto, l’impiego dei forestali in enti della Regione, l’accorpamento dei Consorzi di bonifica per ridurli a due soli e l’integrazione dei servizi socio-sanitari.
In particolare, le norme impugnate dal commissario, riguardano i residui attivi, passivi e perenti e di equilibrio di bilancio (articolo 3), disposizioni in materia di entrate e in particolare la riscossione dell’Irap (articolo 5), disposizioni in materia di assegnazioni finanziarie ai Comuni e in particolare l’autorizzazione alle spesa di 15 milioni (articolo 6), i risparmi nella sanità e in particolare l’integrazione dei servizi socio-sanitari ricompresi nei livelli essenziali di assistenza (articolo 8), sempre in materia di sanità la soppressione delle cariche di coordinatore sanitario e coordinatore amministrativo (articolo 9), le spese di pulizie e servizi ausiliari (articolo 10), il contenimento delle spese del settore pubblico regionale e delle società partecipate relativamente all’impiego dei forestali negli enti della Regione (articolo 11), la riorganizzazione delle risorse umane nel settore forestale e della prevenzione degli incendi (articolo 12), l’accorpamento dei Consorzi di bonifica (articolo 13), il personale dell’Ente acquedotti siciliani, in liquidazione (articolo 14), il rifinanziamento di leggi di spesa (articolo 17), l’integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali (articolo 19), la cessione di partecipazioni azionarie della Regione (articolo 22), le modifiche delle norme che regolamentano le società pubbliche regionali (articolo 23).
Ancora, il commissario ha impugnato le norme per l’impiego fondi Ircac inutilizzati (articolo 24), il fondo rotativo per aiuti alle imprese (articolo 25), l’istituzione di un fondo unico regionale per gli aiuti all’agricoltura e alla pesca (articolo 26), l’adesione alla convenzione Abi-Cdp (articolo 27), gli interventi per il sostegno al pagamento delle rate di mutuo e di affitto (articolo 28), gli interventi per favorire l’accesso all’abitazione dei nuclei familiari svantaggiati (articolo 29), le disposizioni in materia di precari (articolo 30), le proroghe e stabilizzazioni del personale a tempo determinato in servizio presso la Regione (articolo 32), la decorrenza delle proroghe dei contratti di lavoro a tempo determinato a far data dal primo gennaio (articolo 33), le misure a favore dei lavoratori appartenenti al bacino Pip – Emergenza Palermo (articolo 35), le nuove iniziative per favorire lo sviluppo (articolo 36), l’estensione dei benefici regionali alle coppie di fatto ed alle famiglie monoparentali (articolo 37), l’istituzione Fondo regionale per le disabilità (articolo 38), il sostegno all’inclusione attiva (articolo 39), il Fondo regionale per lo Spettacolo (articolo 40), il Fondo di rotazione per gli interventi straordinari (articolo 41), il potenziamento delle attività sportive (articolo 42), gli esami per l’iscrizione agli albi per l’esercizio delle professioni turistiche (articolo 43), e infine l’articolo 47 che contiene una serie di disposizioni diverse che vanno dalle attività estrattive agli ispettori del lavoro.
A questo punto il governo si trova di fronte a due soluzioni: promulgazione della finanziaria senza le parti impugnate con un ordine del giorno da votare in aula o andare allo scontro di fronte alla Corte costituzionale, pubblicando la legge in Gazzetta con le parti cassate dall’ufficio del commissario dello Stato.
La conferenza dei capigruppo aveva già fissato per domattina, alle 11, una apposita seduta parlamentare, con all’ordine del giorno ”comunicazioni in ordine all’eventuale impugnativa del commissario dello Stato sui disegni di legge di bilancio e di stabilità della Regione”. La seduta di oggi aveva dato spazio esclusivamente alle comunicazioni del presidente Giovanni Ardizzone.
Si tratta di una delle più pesanti impugnative della storia recente della Regione siciliana. Per evitare l’esercizio provvisorio, Governo e Parlamento si sono impegnati tra la fine di dicembre e i primi dieci giorni di gennaio in una lunga maratona d’Aula.