Chi ha detto che il mercato di gennaio è noioso non ha certamente fatto i conti con Beppe Marotta e Marco Branca, che, accordatisi in gran segreto, hanno messo in piedi il più grosso – e inaspettato – intrigo di mercato della stagione: lo scambio Vucinic-Guarin.
Solo ieri si sovrapponevano le piste inglesi, con emissari della Juventus volati addirittura a Londra per trattare con l’Arsenal, orfana dell’infortunato Theo Walcott, pronta a mettere sul piatto dieci milioni di euro per aggiudicarsi le prestazioni dell’attaccante montenegrino. E sempre Londra era la destinazione prospettata a Fredy Guarin, prossimo all’approdo alla corte di José Mourinho, che pure aveva smentito l’affare.
Nel primo pomeriggio, invece, colpo di scena: tutto fatto, scambio alla pari. Fredy Guarin in bianconero, Mirko Vucinic a colmare il vuoto nell’attacco nerazzurro. Marotta si è recato in tutta fretta a Milano, ad aspettarlo gli stati generali dell’Inter, col tridente Branca, Ausilio, Fassone e i procuratori dei due giocatori. A Torino avevano già allestito l’ambulatorio per le visite mediche del centrocampista. Il colpo di scena è servito.
In pochi minuti si scatena il web, con i tifosi nerazzurri su tutte le furie, che se la prendono con società e uomini mercato. Nel mirino della curva, in particolare, Marco Branca, da tempo posto sulla graticola da parte di una frangia del tifo interista. Lo scambio, secondo l’opinione pubblica, sarebbe il nuovo colpo di Marotta e l’ennesima fregatura presa dagli uomini di Tohir.
Già, Tohir, il nuovo patron indonesiano della compagine milanese, rimasto nell’ombra, fino all’ultimo, forse guidato dalle rimostranze della curva, prende il coraggio a quattro mani e blocca tutto. Stop secco, alla trattativa, che avrebbe comunque riempito le casse di entrambe le società, viste le buone plusvalenze maturate con la rivalutazione dei giocatori. Marotta e i suoi lasciano Milano, delusi i due giocatori – Vucinic aveva persino salutato i compagni a Vinovo -.
Ricomincia la trattativa, stavolta allo scoperto. L’Inter allo scambio alla pari non ci sta più, prima si parla di un conguaglio, una cifra attorno ai tre milioni, poi del prestito con diritto di riscatto del colombiano. Insomma, così come aveva infiammato le cronache, l’operazione del giorno si è spenta, ma non è detto che sia definitivamente accantonata.