L’assemblea regionale siciliana ha approvato, al termine di una lunga – l’ennesima – maratona notturna in Sala d’Ercole il Bilancio e la Finanziaria. Differenti le maggioranza per le due leggi: più risicata quella della legge di stabilità (39 voti a favore contro 22, un solo astenuto, Vinciulla) più ampia per il Bilancio (44 a favore, 22 i contrari).
Un risultato importante giunto a tarda notte, in un giorno in cui i riflettori sono stati spostati dalle manovre economiche in discussione in Aula alle presunte “spese pazze” dei gruppi parlamentari nella passata legislatura.: oltre 90 gli indagati, tra ex presidente dell’Ars, ex capigruppo, ex portaborse. Alcuni dei quali però ancora oggi all’Ars.
Un risultato importante per diversi motivi: intanto è la prima volta, in dieci anni circa, che la Sicilia non ricorre all’esercizio provvisorio (nonostante i tempi si siano decisamente allungati rispetto alle promesse di Crocetta); si tratta, inoltre, di una Finanziaria che ha impegnato i deputati, oltre che sul confronto politico – serrato il contrasto tra maggioranza e opposizione per tutta la durata della discussione – anche sul merito sociale. Due i provvedimenti più rilevanti approvati sul versante sociale: l’estensione dei diritti anche alle coppie di fatto (con uno scambio di battute al vetriolo tra Musumeci e Crocetta: “È demoniaco”, “Oscurantista”) e l’istituzione di un fondo per finanziare il reddito minimo per le famiglie indigenti.
Ultimi due articoli approvati, al termine di una lunga seduta d’Aula – quasi ininterrotta per giorni -, sono stati i controversi articolo 18 sul “Rifinanziamento delle leggi di spesa” e l’articolo 46 “Disposizioni varie sulla spesa”. Il primo è stato attaccato dall’opposizione come “la nuova tabella H”, e stabilisce una serie di contributi per alcuni enti, associazioni e fondazioni.
Al 46, invece, il Governo aveva collegato un maxiemendamento da 51 commi in cui aveva infilato alcuni dei punti che considerava caratterizzanti della sua Finanziaria: il cosiddetto salva-imprese, che prevedeva la stipula da parte della Regione di un nuovo mutuo da un miliardo di euro; riduzione del numero delle società partecipate e tagli ai consigli di amministrazione.
Alla prova dell’Aula ha retto soltanto la liquidazione delle società partecipate: dieci quelle che rimarranno in piedi; e il personale di quelle in liquidazione dovrà essere trasferito nei ranghi di quelle che non chiuderanno. Prevista anche la mobilità tra una partecipata e l’altra. Tutti i commissari liquidatori lavoreranno in un Ufficio speciale creato nella sede dell’assessorato all’Economia.
Soddisfatti governatore e assessore Bianchi. “Ci sono tante norme importanti – ha detto Crocetta – come quella che cancella le partecipate dello spreco. Mi accusano di fare norme manifesto? Sono cose buone, se poi fanno pure la loro parte nel consenso, non ci vedo nulla di male”. “Sono soddisfatto – ha ribadito l’assessore all’Economia Luca Bianchi – Questa finanziaria ha un’anima. Manca solo il dl imprese. Ma c’è l’impegno e l’intenzione di insistere, di portarlo avanti. La manovra sarà veramente conclusa quando ci sarà anche quello”.
“Se non fosse stato per le nostre proposte per i piccoli e medi comuni, e a favore dell’aggiornamento stanziamento per le province e per il trasporto dei disabili, – ha commentato il leader dell’opposizione di centrodestra Nello Musumeci – sarebbe stata la peggiore finanziaria degli ultimi dieci anni”.