Quella della ricetta elettronica è ancora una rivoluzione imperfetta. Medici, farmacisti e pazienti costretti a vivere alla giornata, un giorno con il classico foglietto rosso con le caselline, un giorno con un promemoria stampato su carta bianca. Tutti divisi tra chi ne enfatizza i vantaggi e chi ne sottolinea invece le criticità e afferma che il contesto non è ancora pronto ad accoglierla. E purtroppo per gli utenti (ma anche per medici e farmacisti) il sistema ha avuto più di un problema negli ultimi giorni, causando code e disagi.
“I vantaggi di questo sistema elettronico – dice Enzo Digrandi, medico di base di Palermo – sono numerosi. Ma attualmente li possiamo soltanto ipotizzare in un prossimo futuro, perchè ci sono tuttora dei difetti di funzionamento che non permettono di sfruttare la ricetta elettronica al massimo delle sue potenzialità”. “Non è cambiato ancora nulla”, dice addirittura il farmacista Calogero Alletto.
Di questa rivoluzione sanitaria ormai in atto dal 16 settembre scorso tutti gli operatori del settore riconoscono gli aspetti positivi, soprattutto in termini di controllo della spesa, tracciabilità dei farmaci e programmazione di iniziative per la prevenzione, ma allo stesso tempo sono costretti a riconoscere che ancora qualcosa non funziona. E il problema maggiore è la possibilità di connettersi con la piattaforma informatica (Sac, o Sar in alcune regioni) su cui vengono caricate le ricette elettroniche.
I medici, in pratica, non ricevono più blocchi di ricette cartacee, bensì soltanto una serie di numeri. Sono i numeri delle ricette elettroniche (NRE) che, prodotti dal sistema centrale gestito da Sogei, società di Itc del Ministero dell’Economia, verranno assegnati alle ASL che li forniranno ai medici sulla base degli attuali parametri e criteri utilizzati per la distribuzione dei ricettari cartacei.
Il medico, dunque, per prescrivere un farmaco o una visita specialistica si connetterà tramite il proprio pc, in un futuro prossimo potrà essere un tablet o uno smartphone, al sistema di riferimento e, dopo essersi identificato, effettuerà la prescrizione on line utilizzando uno degli NRE a lui assegnati a cui associerà il codice fiscale dell’assistito. A questo punto, il paziente potrà semplicemente recarsi in farmacia e con il proprio codice sanitario ricevere i farmaci prescritti.
Il medico, comunque, stampa e consegna all’assistito un “promemoria” che riporta NRE, codice fiscale, eventuali esenzioni e prescrizione. Il promemoria garantisce all’assistito la possibilità di ottenere il farmaco anche in caso di assenza di linea o in presenza di qualsiasi altro inconveniente legato all’accesso al server.
“Quando manca la linea – spiega Digrandi – il rischio è di perdere anche 15 minuti per terminare l’operazione. In quel caso, per permettere al paziente di andare via e non creare così lunghe file in sala d’attesa, torniamo provvisoriamente alla ricetta cartacea, ma il nostro computer rimane bloccato fino a che il procedimento non si sblocca”.
Il problema dell’accesso al server è proprio la questione che sta impedendo al settore sanitario di apprezzare completamente il passaggio dalla ricetta cartacea a quella “dematerializzata”. “Siamo una delle regioni pilota – conclude Digrandi – è normale che ci siano dei disservizi, ci aspettiamo però che li notino, ne prendano atto e li migliorino”.