Si è parlato principalmente del Jobs Act e di riforme stamattina a Palazzo Chigi durante l’incontro tra il premier Enrico Letta e il segretario del Pd Matteo Renzi, avvenuto prima del Consiglio dei ministri. Si è discusso per circa un’ora e mezza. Un confronto a trecentosessanta gradi ma che si è incentrato in particolare sul pacchetto di proposte stilato da Renzi, che vuole dare una spinta all’economia italiana in 8 mesi.
Un incontro definito “molto utile e positivo”, secondo fonti di Palazzo Chigi. Dopo il vertice, il segretario del Pd si è recato nella sede del partito.
Un primo passo verso il disgelo. Il clima più disteso tra i due leader, dopo un braccio di ferro durato mesi, si è intravisto già ieri quando il premier aveva parlato di “un cambio di passo nell’azione dell’esecutivo” in vista delle sfide del 2014.
In merito al Jobs Act ieri sono stati sollevati dubbi dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini e da Ncd. La proposta necessita di essere approfondita ulteriormente, ha detto il ministro mentre il senatore Renato Schifani, esponente di punta di Ncd, rimane dell’idea che serva “maggiore flessibilità” del mercato del lavoro.
Ma sulla sopravvivenza del governo Letta pesa l’ultimatum di Scelta Civica, che in una conferenza stampa a Montecitorio, ha minacciato la crisi di governo sul capitolo Tasi. Per il partito “l’emendamento va ritirato”. Il partito fondato dall’ex premier Mario Monti è deciso a non mollare la presa e annuncia che esprimerà voto contrario “su qualsiasi provvedimento che contenga un emendamento di quel tipo”.