Il governo Crocetta va sotto alla prova dell’Aula, si complica la strada verso l’abolizione delle province in favore dei Liberi consorzi di Comuni, ed è bufera sull’esecutivo guidato dall’ex sindaco di Gela.
La richiesta della maggioranza vicina al presidente Crocetta era chiara: rinvio delle discussioni, e di conseguenza anche della scadenza del mandato dei commissari delle province, al 28 febbraio 2014. Qualcuno, come Dipasquale, addirittura avrebbe voluto una proroga fino al 30 giugno. La sorpresa dopo il voto segreto: 33 deputati a favore dell’emendamento e 32 contrari. Una distanza oltremodo risicata tra le parti, sufficiente tuttavia a sancire l’approvazione dell’emendamento proposto da Formica, Musumeci e Ioppolo e sostenuto dai partiti di opposizione, eccezion fatta per il solo Movimento Cinque Stelle.
Governo battuto, dunque.”La legge 7 non è stata abrogata – si è affrettato a precisare Antonello Cracolici, primo difensore del provvedimento, di cui è anche firmatario -, si è solo detto no alla proroga. Adesso l’Assemblea è obbligata a votare la norma sulla riforma delle province entro il 31 dicembre oppure entro 45 giorni, così come previsto dalla legge”.
Deluso anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che nel corso del suo intervento aveva parlato dei commissari come “liquidatori” degli enti una volta approvato il provvedimento e di come una rivoluzione, come quella prevista dalla legge 7, richiedesse tempi tecnici.
Il rischio, concreto, è che qualora l’Ars non riesca ad approvare entro i tempi previsti la legge, i siciliani, tutti, siano chiamati a votare, nuovamente, per le elezioni di presidenti e consigli provinciali, vanificando di fatto gli sforzi di quasi un anno del governo regionale.
Tra i banchi dell’opposizione c’è già chi parla di grave sconfitta politica per il governatore. “Oggi, davanti ad un voto sull’unico vero atto compiuto in un anno e mezzo dal Governo Crocetta – dice Roberto Di Mauro, capogruppo del Pds-Mpa – si è mostrato in modo lampante che non esiste una maggioranza politica. Sarebbe bene che il Presidente ne prendesse atto e cominciasse a ragionare su come portare in Aula provvedimenti e tenere comportamenti politici che favoriscano l’approvazione di leggi davvero utili per la Sicilia e per risollevarne l’economia”.
Dello stesso avviso è Saverio Romano, di Forza Italia, che invoca: “La parola torni subito ai cittadini siciliani”.