L’Assemblea regionale siciliana, nella lunga maratona di fine anno per risolvere (all’ultimo minuto) le pendenze più urgenti, è convocata di sabato mattina per discutere il disegno di legge che proroga il commissariamento delle Province in attesa dell’approvazione delle norme per l’istituzione dei liberi consorzi di comuni e delle città metropolitane che sarebbe dovuta arrivare entro il 31 dicembre. Un rischio importante per il governo di Rosario Crocetta: una bocciatura porterebbe i siciliani direttamente alle urne per rieleggere i presidenti e i consigli delle nove Province. Uno scacco non ammissibile per un governo che di questa rivoluzione non ha mai dimenticato di intestarsi il merito.
In realtà, senza i necessari provvedimenti di applicazione della legge che abolisce le Province, i testi che dovevano essere esitati dalla prima commissione dell’Ars, Affari istituzionali, guidata da Antonello Cracolici del Partito democratico, la riforma è praticamente inesistente. Anzi, è quasi antidemocratica: attualmente, infatti, il governatore ha soltanto sciolto gli organi direttamente eletti dai cittadini e li ha sostituiti con commissari di nomina governativa. Per mettere fine a questo grave vulnus le strade sono principalmente due: ritornare alle urne e permettere agli elettori di votare per i rinnovo degli enti – come chiesto dal leader dell’opposizione di centrodestra Nello Musumeci – o scrivere, discutere e approvare un disegno di legge che istituisca i liberi consorzi di comuni e regolamenti le città metropolitane. Attualmente, la mossa del governo, invece, è quella della proroga.
Dura la polemica del Movimento 5 Stelle, che ai tempi della riforma delle province era ancora pienamente coinvolto nel cosiddetto “modello Sicilia” e che oggi invece parla di “sindrome di Penelope”. “Province, indietro tutta. La patata bollente sugli Enti cancellati dalla legge regionale – dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Francesco Cappello e Salvatore Siragusa – viene accantonata col proposito di discuterla dopo la Finanziaria ed il Bilancio, ma con il reale intento di boicottare la riforma”.
Gli interessi politici coinvolti sono troppi e variegati e il presidente della Regione proverà a tenerli tutti sotto controllo perché basterebbe una sola defaillance all’interno della sua maggioranza per far subire a Crocetta forse la peggiore sconfitta in questo primo anno di legislatura. Occhi puntati soprattutto sugli alleati dell’Udc che attraverso il leader regionale, il ministro Gianpiero D’Alia, aveva attaccato: “I liberi consorzi di comuni sono un bluff“. Saranno dunque ore di intense trattative a Palazzo dei Normanni e chissà che in gioco non ci sia qualche poltrona in giunta.
All’ordine del giorno anche il disegno di legge per l’apertura di un casinò a Taormina e Palermo e, se la commissione Bilancio dovesse finire in tempo l’esame dei documenti contabili, l’apertura della discussione su Bilancio e Finanziaria.