La Tempesta di Natale si allontana dall’Italia per dirigersi verso i Balcani ma la sua coda miete vittime e danni in diverse zone del Paese. Sei persone sono morte, quasi tutte a causa di slavine, tra Francia, Svizzera e Valle d’Aosta. Altri due sciatori, marito e moglie, sono stati tratti in salvo sotto una valanga nel cuneese, mentre una anziana ha perso la vita dopo essere stata travolta da un torrente nel trevigiano. Liguria e Piemonte, intanto, hanno chiesto al governo lo stato di calamità per i danni del 25 e 26 dicembre.
Un bambino di 8 anni è rimasto gravemente ferito dopo una caduta su una pista da sci vicino al rifugio Comici a Plan de Gralba, località sciistica della Val Gardena a pochi chilometri dall’abitato di Selva. Il piccolo si trova ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale “San Maurizio” di Bolzano. Il bambino sciava con il casco regolarmente allacciato ma nella caduta ha avuto lesioni al capo a causa della violenza con la quale ha sbattuto la testa sulla neve.
Le situazioni di emergenza scattate in tutta l’Italia Settentrionale, con particolare gravità in Liguria e Veneto, hanno avuto un po’ di tregua dopo le schiarite delle ultime ventiquattro ore e il graduale stop alla pioggia. In Trentino sono chiusi quasi tutti i passi di montagna e sono circa duemila le persone senza luce. Soprattutto a Pieve di Cadore dove la situazione non è ancora tornata alla normalità a differenza di Cortina d’Ampezzo, forse il Comune più colpito dall’ampio black out che ha interessato tutta la zona, con circa cinquantamila utenze senza energia.
Medesima situazione per 68 comuni piemontesi che hanno riportato danni per il maltempo, con circa 12 mila famiglie al buio. Disagi alla circolazione per i tanti alberi e rami caduti hanno messo a dura prova il lavoro delle squadre di soccorso, dei vigili del fuoco e degli spazzaneve, dei tecnici dell’Enel e di Terna impegnati a ripristinare le forniture elettriche anche per consentire il ripristino di alcune linee ferroviarie.
Per sabato e domenica è previsto un peggioramento e un ritorno all’instabilità, con la nuova tempesta Eric, che non dovrebbe però essere di grande potenza. Eric subentra a Dirk, la perturbazione che ha spazzato l’Europa e che, andandosene, ha fatto scattare l’allarme valanghe su tutto l’arco alpino. L’allerta è di quarto grado, su una scala che arriva fino a cinque. Alto il rischio di essere travolti.
Per questo motivo dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è arrivato un appello a non andare fuoripista e sule motoslitte vista la quantità di neve fresca caduta sulla regione. Le prime vittime del manto nevoso friabile sono stati due sciatori in fuoripista a La Clusaz in Francia, ai quali si deve aggiungere un diciottenne tratto in salvo ieri ma deceduto oggi in ospedale, a causa dei traumi, sempre in Alta Savoia.
Un distacco di neve da un pendio ha ucciso uno sciatore a Saint Moritz e un altro nel Cantone dell’Uri, ancora in Svizzera. Inutili i soccorsi a uno sciatore italiano precipitato mentre sciava fuoripista costeggiando la parte alta degli impianti di risalita a Chamois, in Valle d’Aosta. Se la sono vista molto brutta, ma non sono in pericolo di vita e verranno dimessi presto dall’ospedale, i due coniugi sommersi da una valanga nel cuneese, a Crissolo.
Per verificare gli standard di sicurezza sulle piste – in Piemonte giovedì è morto uno sciatore a Bardonecchia – la Procura di Torino ha disposto controlli e ha aperto anche una inchiesta sullo sport estremo “winter downhill”, la discesa di picchi innevati con la mountain bike, dopo la denuncia di uno sciatore. Morte tragica per la ottantenne scomparsa ieri a Bagnolo di San Pietro di Feletto, nel trevigiano, dopo essere uscita di casa lungo l’argine del torrente Cervaro in piena. Il suo cadavere è stato trovato oggi dai soccorritori, portato a valle dalla corrente.