“Chi voleva riportare il mondo della formazione professionale nel Medioevo ha ricevuto un secco no da parte della giustizia”. Ha reagito così l’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, all’ordinanza del Tribunale amministrativo in merito al ricorso di 22 enti e due associazioni del settore. “Il Tar ha confermato la sospensione della clausola sulle liti e i contenziosi pendenti con l’amministrazione, e ha però ribadito la legittimità dell’altra clausola da noi introdotta sull’attività prevalente degli enti”.
“Ci sembra un atto di civiltà giuridica, oltre che etica – ha aggiunto Scilabra – la decisione di confermare il principio secondo cui possono essere accreditati soggetti che svolgono almeno per il 51% attività formativa. Tutti gli altri fuori”.
“La riforma della formazione siciliana continua ad andare avanti senza alcun freno. Indietro non torneremo. Coloro i quali oggi perdono dinanzi al Tar presentando ricorso contro il nostro decreto per un nuovo sistema di accreditamento intendevano ritornare ad un modello ante 2008, ormai fuori rotta rispetto alle linee guida nazionali e comunitarie – aggiunge – Un sistema, quello del passato, che potremmo descrivere come una giungla senza regole e senza controlli che contava più di 2000 enti accreditati in Sicilia. Ad oggi, invece, le richieste di accreditamento pervenute presso il nostro assessorato sono 400, un taglio considerevole di oltre 1.600 enti che evidentemente non rispettavano i criteri di qualità imposti dal nostro nuovo sistema”. “Noi guardiamo al futuro – continua la Scilabra – abbiamo ben chiara la nostra missione che riguarda la formazione dei miei coetanei, delle ragazze e dei ragazzi siciliani. Basta ad un sistema di truffe, clientele e sprechi”.