Il governo “è pienamente consapevole della sofferenza e della situazione in cui si trovano i malati e i loro familiari” e si “rende disponibile, nel rispetto della disciplina e dei protocolli vigenti, a indirizzare pazienti per i quali ne sussistano i requisiti e che ne facciano richiesta verso cure compassionevoli già riconosciute e autorizzate in Italia”. È quanto riporta il comunicato di Palazzo Chigi riguardo alla questione Stamina.
“Nonostante alcuni aspetti critici – si legge ancora – il ministero della Salute intende dare sollecito corso alle procedure per il riavvio della sperimentazione mediante la nomina di un nuovo Comitato scientifico, previo avviso dell’Avvocatura generale dello Stato”. Il ministro Lorenzin, è sottolineato, riferirà sul caso in Parlamento nei prossimi giorni, mentre “il governo resta impegnato a valutare una sollecita riattivazione del procedimento di sperimentazione all’esito delle determinazioni della nuova commissione”.
Nel corso del Consiglio dei ministri, il ministro della Salute ha riferito sull’intera vicenda illustrandone le varie tappe. Il ministero aveva promosso la sperimentazione finalizzata a valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento “Stamina”, a base di cellule staminali mesenchimali.
Il Comitato scientifico, composto dai vertici dell’Istituto superiore di sanità, dall’Aifa e dal Cnt nonchè dai massimi esperti nazionali della materia, deliberando all’unanimità aveva poi concluso i propri lavori rilevando, tra l’altro, che il metodo Stamina può comportare “potenziali rischi” per i pazienti e non presenta i necessari requisiti di originalità e scientificità e di ripetibilità del trattamento All’esito della deliberazione del Comitato. Lorenzin ha ricordato anche che il ministero aveva posto specifico quesito all’Avvocatura generale dello Stato, chiedendo se la sperimentazione potesse proseguire.
L’Avvocatura, lo scorso 26 settembre ha comunicato che il metodo Stamina non poteva essere proseguita e pertanto il ministero ha adottato il conseguente provvedimento di presa d’atto. Il Tar del Lazio, con l’ordinanza del 4 dicembre 2013, accogliendo l’istanza cautelare della Fondazione Stamina, ha poi sospeso l’efficacia del predetto provvedimento.
Nel frattempo il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge Lorenzin. Il provvedimento interviene, si legge nella nota di palazzo Chigi, “per colmare lacune, criticità’ ed esigenze emerse nell’ambito dello svolgimento dell’attività istituzionale del ministero della Salute”. Il disegno di legge adottera’ “piu’ significative misure” in vari settori, in particolare quelli della sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano, degli ordini professionali e delle professioni sanitarie, della sicurezza alimentare e del benessere animale, nonché per la promozione della prevenzione, la maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale.
Intanto nuove proteste davanti a Palazzo Chigi e Montecitorio, con malati che si ‘dissanguano’ utilizzando delle flebo, due fermi da parte della Polizia ed il ricovero di uno dei manifestanti, Sandro Biviano, in carrozzella, poi dimesso. I gruppi di pazienti e famiglie che chiedono di accedere al metodo Stamina, invocando la libertà di cura con le cellule staminali, sono tornati a protestare nel giorno in cui il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha riferito della complessa vicenda in Consiglio dei ministri.
La giornata è stata contrassegnata, da parte dei manifestanti pro-Stamina, dall’attesa di ciò che il Cdm avrebbe potuto decidere sulla questione. La richiesta dei malati è sempre la stessa, da settimane: un decreto d’urgenza per l’accesso a Stamina come cura compassionevole.
Ma l’esito del Consiglio dei ministri ha rappresentato, per i manifestanti, una doccia fredda: ”Il ministro Lorenzin – ha spiegato il premier Enrico Letta nella conferenza stampa al termine del Cdm – ha relazionato sulla situazione; c’è un procedimento giuridico in corso, ma non è materia su cui il Consiglio dei ministri doveva adottare decisioni. Abbiamo fatto il punto – ha precisato – su quello che il ministro Lorenzin ci ha detto”. I malati, appreso l’esito del Cdm, hanno dunque ripreso le proteste e uno di loro ha cominciato a estrarsi il sangue con una siringa per poi gettarlo via. Gia’ il mese scorso lo stesso gesto estremo era stato messo in atto da due malati in carrozzella, tra cui Sandro Biviano.
La protesta – organizzata dal “Civico 117 a”, rappresentato dai fratelli Marco e Sandro Biviano, che insieme ad altri malati dal 23 luglio hanno dato vita a un presidio permanente in piazza Montecitorio – ha però preso il via dalla mattinata, con il blocco del traffico nel centro della Capitale. In piazza, gli slogan dei manifestanti: “La salute non è un gioco, curarsi per la vita e’ libertà” e “Curarmi non è un reato”. Si sono anche vissuti dei momenti di tensione quando due dei manifestanti sono stati fermati dalle Forze dell’ordine, e quando Sandro Biviano, malato di distrofia muscolare, e’ stato portato in ambulanza all’Ospedale Santo Spirito di Roma. “Sono stato strattonato e colpito al collo durante i momenti di tensione con le forze dell’ordine e faccio fatica persino a parlare”, ha detto Biviano prima di essere portato via dai sanitari del 118. Nel pomeriggio Biviano è stato dimesso ed è tornato a manifestare di fronte a Palazzo Chigi.
Comitati pro-Stamina hanno protestato oggi anche a Brescia. I manifestanti hanno chiesto che venissero rese pubbliche le liste d’attesa per accedere alle cure con il metodo Stamina presso gli Spedali Civili, accusando di scarsa trasparenza la struttura ospedaliera e, contestualmente, hanno chiesto di far accedere alle cure il maggior numero di malati. L’ospedale, attraverso il direttore generale Ezio Belleri, ha risposto: “Decliniamo ogni accusa di non trasparenza. Non possiamo fare più di quanto già stiamo facendo per carenze strutturali e normative”.
La tensione resta dunque alta, in attesa che il ministro Lorenzin nomini il nuovo comitato di esperti che dovrà valutare il protocollo messo a punto dal presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni. Ciò dopo l’ordinanza del Tar Lazio che ha sospeso la bocciature del metodo. Il comitato dovrebbe essere nominato entro la settimana.