Un ragazzo eritreo di 21 anni si è tolto la vita al Cara di Mineo, in provincia di Catania. Il corpo è stato trovato con una corda al collo in una palazzina del centro per richiedenti asilo del Catanese. La procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta per accertare se si sia trattato del gesto disperato di un giovane in preda allo sconforto, oppure se vi siano altre cause.
Il giovane era sbarcato in Sicilia lo scorso 5 maggio con uno dei tanti barconi che ogni giorno attraversano il Canale di Sicilia per cercare una nuova prospettiva per la propria vita. Non è la prima volta che nel Cara dove hanno trovato posto 4 mila immigrati in attesa dello status di rifugiato politico avvengano casi di suicidio.
“Speravamo di non dover mai assistere ad un episodio del genere. Ora non è il momento delle polemiche – afferma il coordinamento regionale di Sinistra ecologia e libertà – ma è chiaro che non possiamo non dirci coinvolti nell’ennesimo dramma dovuto al colossale fallimento del nostro modello di accoglienza. Pretendiamo adeguata inchiesta sui fatti ribadendo la nostra convinzione che il Cara di Mineo vada chiuso al più presto”.
Intanto, proprio oggi, i carabinieri di Mineo hanno arrestato un somalo di 18 anni ospite del Cara per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. L’africano è stato fermato dopo che, vicino al Centro per richiedenti asilo, aveva bloccato il traffico automobilistico mettendo sulla carreggiata pali della segnaletica stradale da lui stesso divelti. All’arrivo dei carabinieri il somalo ha lanciato contro di loro alcune bottiglie di vetro, senza colpirli ed è stato immobilizzato dopo una breve colluttazione per essere quindi sottoposto agli arresti domiciliari nello stesso Cara in attesa di giudizio.