Matteo Renzi ha vinto le primarie del Partito democratico. Con un risultato atteso, previsto, temuto (da alcuni), il sindaco di Firenze si insedia alla guida dei Democratici. “Sono il capitano”, ha detto. “Ora non ci sono più scuse per non cambiare”. Un trionfo con numeri che non lasciano adito a dubbi: quasi tre milioni di persone si sono recate alle urne per esprimere la propria preferenza e quasi il 70 per cento di loro ha scelto Renzi.
Un plebiscito, un’incoronazione che concede legittimazione ma che impone di consegnare dei risultati. Un risultato a cui anche gli sconfitti non hanno potuto che piegarsi. Da domani la palla passa dunque a Renzi. Il sindaco di Firenze arriverà a Roma per presentare la segreteria e, a maggior ragione dopo il risultato di oggi sarà una scelta in totale autonomia, nonostante le voce di rappresentanti civatiani e cuperliani nella sua squadra di segretario. Si danno per certi Luca Lotti e Stefano Bonaccini, per probabili Antonio Funciello, Tommaso Nannicini e Deborah Serracchiani. Ma c’e’ chi non esclude aperture ad altre anime e di certo qualche colpo a sorpresa, magari imprenditori o uomini di cultura.
“Tocca a una nuova generazione guidare la macchina. Se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra – ha detto dal teatro ObiHall di Firenze – non passerà giorno senza lottare su ogni pallone”.
Ma da domani parte soprattutto l’attacco sull’agenda del governo, con un anno davanti prima di poter scendere in campo direttamente per palazzo Chigi. “Letta non potrà più prescindere dal Pd”, ha avvertito la renziana di ferro Simona Bonafè. E i tempi sono stretti. Già martedì sera Renzi vedrà i gruppi parlamentari del Pd in vista della fiducia che Letta chiederà mercoledì alle Camere.
Certo, non è sfuggito che Renzi nel suo primo discorso da segretario non abbia mai citato il governo. Un elemento che ha una doppia chiave di lettura. Nessun incoraggiamento al premier, che dovrà incontrare nei prossimi giorni. Ma nemmeno l’annuncio del ‘fine corsa’. E intanto il premier Enrico Letta prova a tendere la mano: “Con il neo segretario del Pd ci incontreremo, ma sono sicuro che faremo squadra”.